Per il bimbo di quattro anni, Edoardo Bassani, morto annegato a Mirabilandia il 19 giugno del 2019 è stato condannato il bagnino in servizio quel giorno funesto. La condanna, come si legge sul Corriere della Sera, è stato di un anno, pena sospesa, così come sentenziato dal giudice Natalia Finzi del Tribunale di Ravenna. In totale erano sei gli indagati che erano finiti a processo, a cominciare dai due genitori del bimbo che erano con il piccolo a Mirabilandia il 19 giugno di quattro anni fa. Vi era poi il direttore del parco, la direttrice operativa e il responsabile dell’area, tutti assolti dall’accusa di omicidio colposo in cooperazione.
Daniele Barberini, procuratore di Ravenna, aveva chiesto per i due genitori “il minimo della pena con tutti i benefici”, mentre per il bagnino, all’epoca dei fatti da poco maggiorenne, erano state chieste le attenuanti genetiche. «In questo processo – aveva spiegato il pm Daniele Barberini come si legge sul Corriere della Sera – l’importanza della pena è secondaria. Io credo che sia fondamentale accertare le responsabilità per prevenire future tragedie. Capire cosa non ha funzionato affinché in futuro funzioni».
BIMBO MORTO ANNEGATO A MIRABILANDIA: PICCOLO ATTRATTO DA ALCUNI BIMBI IN UNA PISCINA ALTA
Prima della morte il piccolo Edoardo era in compagnia dei genitori, per poi girovagare da solo in piscina raggiungendo un’area dove l’acqua era profonda 110 centimetri, forse attratto da altri bimbi. Il piccolo non doveva rimanere solo ma nel contempo il bagnino sarebbe dovuto intervenire in maniera tempestiva.
Al termine del processo Mirabilandia ha diffuso una nota in cui si legge che: «il Tribunale ha riconosciuto che il parco acquatico Mirabeach dispone di procedure adeguate. La sicurezza degli ospiti e dei dipendenti costituisce uno degli obiettivi della nostra formazione e delle nostre procedure operative. Siamo ancora rattristati per l’evento che è dipeso da un errore umano non imputabile al Parco». Il Corriere ricorda come in origine le persone sotto indagine fossero 10, con l’accusa di omicidio colposo in cooperazione.