Un bimbo rom di 11 anni, a Roma, era costretto ad elemosinare e veniva continuamente picchiato dalla madre poiché non portava a casa un bottino soddisfacente. Calci e pugni da parte della donna, ma anche dei fratelli. Due giorni fa, stanco, si è recato alla Caserma dei Carabinieri, in lacrime e con i lividi ben evidenti, per denunciare le violenze che da tempo subiva. Il suo racconto da brividi è stato messo su carta nel corso di una audizione protetta, in presenza di una psicologa. La aguzzina è stata poco dopo arrestata.
Non è, purtroppo, il primo episodio di questo genere avvenuto nel campo rom di Tor Vergata. I bambini, infatti, crescono in un luogo degradato e pericoloso, senza avere la possibilità di andare a scuola. Un vero e proprio ghetto, che non permette in alcun modo di intraprendere la via dell’integrazione.
Bimbo rom picchiato da madre: il commento di Virginia Raggi
La storia da brividi del bimbo rom picchiato dalla madre ha destato l’attenzione di molti personaggi del mondo della politica e non solo. Virginia Raggi, che da tempo si batte per la regolarizzazione dei campi di nomadi nella Capitale, ha commentato la vicenda attraverso un post su Facebook: “La storia del bimbo rom di 11 anni che ha denunciato la mamma, perché maltrattato e costretto a rubare, ci spinge ancora di più a lavorare per risolvere il problema”.
La prima cittadina vuole fare sì che le famiglie si integrino, ma a patto che siano disposte a cambiare stile di vita, soprattutto al fine di garantire un futuro ai più piccoli. “Il Piano Rom che abbiamo realizzato con l’Unione europea prevede che chi si impegna a rispettare i doveri di un qualsiasi cittadino – come mandare i figli a scuola o pagare un affitto – può accedere a un aiuto temporaneo e intraprendere un percorso di reale inclusione e integrazione, ma deve lasciare l’insediamento”, ha scritto.