Indiana: bimbo trans allontanato dai genitori che non riconoscono il suo gender

Nello stato americano dell’Indiana si è infiammato il dibattito pubblico sulla storia dei coniugi cattolici Cox, Mary e Jeremy, genitori del piccolo ‘AC’, un bimbo che si definisce “trans” e che dal 2019 si identifica come una ragazza. Il dibattito nasce dal fatto che i genitori se lo sono visto allontanare dai servizi sociali. La colpa di cui sono accusati è quella di non aver mai riconosciuto l’identità gender autodichiarata dal figlio, rifiutandosi di appellarsi a lui con gli aggettivi femminili e il nuovo nome che si è scelto.



Una vicenda – secondo i giudici – che vede nella possibilità del bimbo trans di autodeterminare la sua identità un diritto maggiore di quello che i genitori hanno di accudirlo e prendersene cura. A muovere la bagarre legale, è stata una segnalazione ricevuta dai servizi per l’infanzia dell’Indiana nel maggio del 2021 secondo cui i coniugi Cox abusavano verbalmente ed emotivamente del figlio. L’agenzia ha convenuto che la sanità mentale del bimbo trans era “gravemente compromessa” a causa della negazione, da parte dei genitori, del suo gender, motivandone così l’allontanamento e l’affidamento ad un’altra casa. Ne sono seguiti diversi ricorsi, che hanno sempre dato ragione ai servizi per l’infanzia, che nel frattempo hanno ancora riconosciuto che i coniugi Cox sono “idonei” alla genitorialità, ma senza restituirgli il figlio.



La battaglia legale dei coniugi Cox

Ma i genitori del bimbo trans allontanato non si sono dati per vinti, e dopo essersi visto negare un ricorso presso la Corte Suprema dell’Indiana, hanno deciso di rivolgersi direttamente a quella federale, il massimo grado di giudizio negli USA. Secondo i coniugi Cox, infatti, l’allontanamento non sarebbe giustificabile sia perché loro stati ritenuti “idonei” a prendersi cura del loro stesso figlio, sia perché la loro opposizione all’ideologia gender sarebbe legata al loro credo religioso.

I genitori del bimbo trans, infatti, si dicono fermamente convinti degli insegnamenti della Bibbia, nella quale è chiaramente riportato che gli esseri umani sono creati da Dio come maschi o femmine. “Amiamo nostro figlio e volevamo prenderci cura di lui“, hanno spiegato in una nota, “ma lo stato dell’Indiana ci ha privato di questa opportunità portandolo via da casa nostra”. Secondo i legali che seguono i genitori del bimbo trans le sentenze emesse fino a questo punto creano “un precedente pericoloso” che potrebbe essere usato da qualsiasi stato per allontanare i figli dai genitori. Tutto, secondo i legali, sarebbe legato alle “convinzioni religiose, condivise da milioni di americani” dei coniugi Cox, che se ignorate rappresenterebbero “un oltraggio alla legge, ai diritti dei genitori e alla decenza umana”. La decisione, ora, spetta alla Corte Suprema, che dovrà decidere se prendere in carico il caso o no, confermando le sentenze già emesse.