E se alla fine fossero le erbacce a permettere la realizzazione di biocarburanti, i carburanti non dannosi per l’ambiente? Di questo si è occupato nella giornata di ieri il Wall Street Journal, sottolineando il caso della Pennycress, una pianta della famiglia Brassica considerata infestante ma che ha una caratteristica molto importante: è ad alto contenuto di olio, circa il 50% in più di quello contenuto nella soia. Ecco perchè la stessa può essere utilizzata come carburante rinnovabile, quindi a basso tasso di emissioni di Co2. Negli Stati Uniti la maggior parte del biofuel viene dal mais o dai semi di soia, ma con l’aumento della richiesta di questi tipi di carburanti, tenendo conto che nel prossimo decennio scatteranno i vari divieti di benzina e diesel, è necessario trovare delle fonti di produzione alternative, anche perchè mais e soia sono fondamentali per l’uomo.
Per questo si sta cercando di produrre biocarburanti senza utilizzare cereali, ma appunto le erbacce come la pennycress. “Oggi la principale fonte di olio di base per i biocarburanti sono i semi di soia”, afferma Mike DeCamp, amministratore delegato di CoverCress, l’azienda che ha sviluppato il biocarburante con le erbacce. La pianta si puà coltivare nelle fattore in bassa stagione e l’azienda ha già ricevuto i finanziamenti dal governo degli Stati Uniti, precisamente dal dipartimento dell’agricoltura, con la speranza di trovare a breve altre piante dai semi oleosi per produrre sempre più combustibile bio, di modo da non intaccare le riserve di cibo.
BIOCARBURANTI PRODOTTI DA ERBACCE, MA GLI AGRICOLTORI SONO SCETTICI
Le altre due piante utilizzate, spiega ancora il Wall Street Journal, sono la Nuseed Carinata e la camelina, e le grandi aziende stanno fiutando il business, così che nel 2022, la BP, una delle principali compagnie petrolifere al mondo, ha deciso appunto di iniziare la produzione di biocarburanti sostenibili, mentre la Bayer, gigante della chimica e della farmaceutica, ha ora una quota di proprietà nella CoverCress del 65%.
Fino ad oggi, però, il mondo dell’agricoltura ha guardato con scetticismo a tale industria: “Gli agricoltori sono molto cauti, conservatori e scettici perché ne hanno ricevuto troppe promesse non mantenute”, spiega John Sedbrook, professore di genetica all’Illinois State University, esperto in materia. L’aviazione è una delle aziende che più sta spingendo per la domanda di biocarburanti. Attualmente la produzione è di 100 milioni di litri, ma per raggiungere la decarbonizzazione nel 2050 ne servirebbero 449 miliardi.