I biocarburanti sono fini recentemente al centro di un alert della Corte dei conti europea che ha chiesto chiarimenti alla Commissione UE per i 430 milioni di euro spesi dal 2014 al 2020. Soldi che dovevano, secondo la Commissione, servire per sviluppare la forma di combustibile meno inquinante secondo una road map dello sviluppo tecnico, che tuttavia non è mai stata definita, concludendosi in un nulla di fatto e, soprattutto, in una spesa completamente inutile.
Dopo l’esposto della Corte dei conti sui biocarburanti, anche l’eurodeputata della Lega Isabella Tovalgieri ha deciso di vederci chiaro, presentando un’interrogazione alla Commissione della quale ha parlato sulle pagine del quotidiano La Verità. “L’obiettivo”, spiega, “è quello di accendere i riflettori su un tema essenziale, visto che i target europei ci impongono una decarbonizzazione. L’importante è capire quale sia la strategia vincente” sia per raggiungere gli obiettivi che per “garantire la competitività delle nostre aziende”. I biocarburanti, infatti, potrebbero essere un’ottima soluzione in tal senso, mentre Tovaglieri ci tiene a sottolineare che “noi siamo assolutamente contrari all’elettrificazione come unico strumento per la decarbonizzazione”, soprattutto perché “non disponiamo di materie prime” in tal senso, per ora “appannaggio della Cina“.
Tovaglieri: “Senza biocarburanti saremo svantaggiati dalla Cina”
Parando strettamente della questione della Commissione, Tovaglieri spiega che “nel 200o aveva individuato i biocarburanti come strumento chiave per la decarbonizzazione“, invitando i paesi UE a “sviluppare questa tecnologia”. Tuttavia, “la Corte dei conti dice che la rotta è totalmente opaca e che il budget è assolutamente insufficiente” ma al contempo lo stesso budget “non [è] servito a nulla” mentre “l’Italia è l’unico paese che ha raggiunto gli obiettivi“.
L’Italia infatti, spiega, è il paese che sui biocarburanti “ha investito di più” ma servono, ovviamente, degli incentivi “perché costano di più dei combustibili fossili”. Secondo Tovaglieri all’interno dell’UE sulle tecnologie green “c’è veramente una ideologia miope che non riesce a guardare più in là del proprio naso. Chi viene più penalizzato”, sottolinea ancora, “è di certo l’Italia nell’immediato, ma a livello europeo siamo tutti danneggiati”. Infatti, puntando sull’elettrico e non sui biocarburanti l’Europa corre un “grave rischio legato alle materie prime per produrre le batterie. Commodity tutte detenute dalla Cina“.