ANGELO VESCOVI (COMITATO BIOETICA): “NO UTERO IN AFFITTO, NON SI FA COMMERCIO SUI FIGLI”
Il nuovo presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica Angelo Vescovi si dice convinto: nonostante gli sforzi internazionali per cercare di “promuovere” formule assai vicine (se non esattamente le medesime) all’utero in affitto, l’impegno dell’Italia è atto ad impedire qualsiasi messa in “commercio” dei figli. Nella prima intervista dopo la freschissima nomina (ieri per decreto della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni), il biologo e professore all’Università di Milano Bicocca ha tracciato i punti principali dell’operato che lo aspetta alla guida del prestigioso Comitato per la Bioetica nazionale: «rispetto all’attività essendo appena stato nominato non posso dare un’agenda», spiega Angelo Vescovi a “LaVerità” soffermandosi sulle principali priorità individuate, dall’eutanasia all’aborto fino al editing genomico, soffermandosi soprattutto sul tema della maternità surrogata (chiamata anche in vulgata “utero in affitto”).
«La maternità surrogata è una cosa che va esaminata sicuramente perché si assiste a situazioni drammatiche»: il direttore scientifico di Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo ed esperto mondiale nella ricerca sulle cellule staminali adulte si sofferma sui tanti casi di “utero in affitto” emersi in questi anni. In primis il caso dei gemelli australiani, la madre surrogata filippina: «erano venuti due genitori surrogati a loro volta e in quel caso – uno dei due gemelli era Down, l’altro no – il bambino Down è stato lasciato dov’era senza essere accolto». Non solo, secondo il professor Vescovi a spaventare tutti dovrebbe essere il fatto che tale “usanza” sta diventando una sorta di commercio: «Secondo lei la paternità, la maternità e la filialità possono essere oggetto di commercio? Però tutti si rifiutano di affrontare il problema. Esiste un mercato là fuori. Però ci si dimentica una cosa: che la donna che funge da madre surrogata lo fa in condizioni di disperazione e necessità. Al di là di rari casi, questo è diventato un commercio come lo fu la fertilizzazione in vitro all’inizio, e cioè fuori controllo». Andrà poi valutato quanto emerso ieri nella proposta della Commissione Europea di assicurare in ogni Paese Ue il diritto di riconoscere i genitori gay-LGBTQ+ per “regolarizzare” circa 2 milioni di bambini: come denunciano oggi i movimenti pro-vita, così si rischia di legittimare l’utero in affitto: «Si palesa la chiara volontà di imporre gli effetti dell’aberrante e inumana pratica dell’utero in affitto, ad oggi illegale in molti Paesi Membri. Sarebbe infatti questa la diretta conseguenza del riconoscimento di due genitori dello stesso sesso come famiglia, anche se si spostano da uno Stato dell’Unione a un altro» sostiene il portavoce delle famiglie tradizionali Jacopo Coghe.
EUTANASIA, ABORTO, EDITING GENOMA: COSA HA DETTO IL NUOVO PRESIDENTE DEL COMITATO BIOETICA VESCOVI
Non di solo maternità surrogata e “utero in affitto” intenderà discutere il rinnovato Comitato di Bioetica di fresca nomina del Governo – assieme al presidente Angelo Vescovi, i tre vice sono Riccardo Di Segni (confermato, Rabbino capo della Comunità ebraica di Roma), Mauro Ronco (docente emerito di Diritto penale all’Università di Padova e presidente del Centro studi Livatino) e Maria Luisa Di Pietro (bioeticista dell’Università Cattolica dove insegna e dirige il Centro di Ricerca e Studi sulla Salute procreativa e coordina il Centro Studi e ricerche per la regolazione naturale della fertilità). Sul tema dell’eutanasia il biologo di fama mondiale spiega di avere una priorità impellente, ovvero le terapie compassionevoli e il diritto all’accesso all’informazione e alle terapie disponibili da parte di tutti, «cosa che non è rispettata». Sempre a “LaVerità” Vescovi spiega con un esempio: «il paziente con la sclerosi multipla, che intende sottoporsi all’eutanasia, forse prima di arrivare all’eutanasia potrebbe sottoporsi a delle terapie sperimentali compassionevoli».
La critica di Angelo Vescovi è rivolta alla narrazione che da media e tv riporta il grido costante che «se vuoi, puoi fine alla tua vita, perché non ti danno alternative. C’è un abbandono dei pazienti». Per questi, spiega il presidente del Comitato di Bioetica, al centro del suo mandato corale con il resto degli esperti «c’è il rispetto della vita umana. Scelte drammatiche non possono essere prese in condizioni disperate, di mancanza di aiuto e di assistenza e supporto. L’essere umano prevale sull’impegno economico e sull’economia, questo deve esser chiaro. Lo dice anche papa Francesco». Sulle polemiche di stampo più prettamente politiche avvenute negli ultimi mesi – specie dopo la vittoria del Centrodestra di Giorgia Meloni alle ultime Elezioni – sul fronte aborto, il presidente Vescovi prova a fare capire dove sia il vero punto rilevante da prendere in considerazione: «Non credo rientri tra i compiti del Comitato occuparsi della legge 194. Però si può approcciare il problema come gliel’ho presentato prima, e cioè quella dell’aborto è una decisione drammatica ma deve essere garantito, e credo che non venga fatto, il massimo dell’informazione e del supporto alle donne che si trovano in tale situazione». Ultimo elemento della lunga intervista a “LaVerità”, Vescovi lo dedica al tema dell’editing genomico sugli esseri umani: non parla di rischi ma di accortezze nel valutare al meglio ogni tipo di eventuali terapia a riguardo: «come per la fissione nucleare – la cosiddetta bomba atomica – purtroppo, una volta che si è fatta una scoperta, l’utilizzo viene lasciato all’uomo, che ne può fare un uso appunto positivo e negativo. Queste tecniche di per sé sono benemerite, ma l’applicazione indiscriminata può essere un problema serio».