BioNTech, l’azienda che ha collaborato con Pfizer per la produzione e la commercializzazione del vaccino contro il covid-19, ha deciso di puntare su Israele per la produzione del primo vaccino contro il cancro. Lo ha annunciato al quotidiano locale Globes il sindaco della capitale Gerusalemme, Moshe Lion, confermando le indiscrezioni che circolavano da qualche giorno, messe in giro dalla stessa azienda farmaceutica tedesca. Dietro ci sarebbe un accordo che frutterebbe, da un lato, a BioNTech alcune sovvenzioni statali, come prevede la legge israeliana, e all’azienda una base da cui partire per operare in sicurezza, avvicinandosi anche ad un mercato lontano e complesso da raggiungere, quello mediorientale.



Lo stabilimento BioNTech a Gerusalemme

Attualmente, insomma, BioNTech ha firmato un accordo con il comune di Gerusalemme per aprire il primo stabilimento farmaceutico in Medio Oriente. L’obiettivo nella prima fase israeliana dal colosso farmaceutico, è quello di sviluppare lì il vaccino contro il cancro, annunciato ormai da diversi mesi dagli scienziati Ugur Sahin e Ozlem Tureci, coniugi e co-fondatori dell’azienda, garantendosi anche una posizione strategica per distribuirli in Oriente e Medio Oriente.



A BioNTech sono stati assegnati 28 duran di terreno, pari a 28mila metri quadrati, nel quale potrà costruire liberamente il suo maxi-stabilimento, nel quale opereranno tra le 200 e le 300 persone, secondo le prime dichiarazioni. Ancora nulla, però, è stato concretamente scritto o deciso e i lavori non sarebbero ancora partiti. Non si sa neppure quanto effettivamente l’azienda biotecnologica investirà nel progetto, né quanti fondi statali saranno garantiti da parte di Israele. Certo è che dall’inizio della pandemia da covid-19 il governo israeliano ha continuato a cercare un partner disposto ad aprire un impianto di produzione di vaccini sul suo territorio. Il maxi-stabilimento di BioNTech, tra le maggiori aziende a lavorare con l’mRNA (tecnologia usata contro il coronavirus), dunque, potrebbe funzionare, nell’ottica del governo per garantire una risposta immediata in caso di nuova pandemia, che renda molto più semplice l’approvvigionamento di vaccini nel paese.

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