È stata una settimana complessa per i Bitcoin, con una improvvisa ondata di vendite che ha portato, in sole quattro sedute, a bruciare 183 miliardi di dollari di capitalizzazione. Questo ha fatto sì che il valore della moneta virtuale scendesse sotto la soglia dei 54 mila dollari, come spiega La Stampa, ben lontano dai 72 mila dollari di fine luglio. Dopo la quarta giornata di calo, il mercato è sceso sotto i 2.000 miliardi, il livello più basso da febbraio 2023: per gli esperti, però, non sarebbe finita qui e il calo potrebbe proseguire ancora.



I prezzi continuano infatti a scendere e a spingerli in basso ci si sarebbe messa anche la politica monetaria della Fed: infatti, finché il costo del denaro sarà alto, gli investitori avranno varie alternative per investire e questo peserà sul mercato delle criptovalute. Nonostante la frenata di questi ultimi giorni, da inizio anno il Bitcoin è ancora sul +28%, grazie al via libera negli Usa allo strumento, come spiega La Stampa.



Bitcoin, perché è crollato il valore

Gabriel Debach, market analyst di eToro, ha spiegato: “Si registra un calo della domanda di fondi negoziati in Borsa legati al Bitcoin negli Stati Uniti, vendite di token sequestrati in Germania e Stati Uniti e i rimborsi di Mt. Gox”. Le vendite congiunte, così come altri movimenti, hanno portato “alla liquidazione di circa 935 milioni di dollari in posizioni di acquisto dal martedì scorso, mettendo ulteriore pressione sul prezzo del Bitcoin”.

A pesare, tra le altre cose, sono anche i Bitcoin sequestrati in Germania nel 2013, un tesoro che vale circa 2.3 miliardi di dollari: dal 19 giugno “sono stati venduti 7.000 Bitcoin, una piccola parte di quell’enorme riserva. Dopo queste vendite, la Germania detiene ancora poco meno d 43.000 Bitcoint” ha concluso l’analista di eToro.