BITONCI PREANNUNCIA GLI INTERVENTI SUI CONFIDI

Due interventi attesi da anni potrebbero essere inseriti nel disegno di legge per le Pmi a cui sta lavorando il ministero delle Imprese e del Made in Italy: a preannunciarlo è il sottosegretario Massimo Bitonci, che in un’intervista al Sole 24 Ore cita la riforma dei confidi e il riassetto della vigilanza delle cooperative. I margini per farlo ci sono, dopo anni in cui, ad esempio, qualcosa si è bloccato per quanto riguarda i confidi (consorzi e cooperative di garanzia collettiva fidi).



Al riguardo il deputato della Lega ha spiegato che dietro la flessione ci sono diverse ragioni: è stata messa a dura prova dalla «garanzia pubblica caratterizzata da ponderazione zero, gratuità e elevate coperture», ma cita anche «l’onerosità delle commissioni in un periodo di tassi bancari ridotti e l’esiguità delle risorse regionali».



Bitonci ha ben chiare anche le soluzioni, a partire dalla legge delega di settore, ma bisogna anche «mitigare la selettività delle banche data dai nuovi presidi regolamentari della vigilanza europea». Per raggiungere questi obiettivi bisogna cancellare la soglia di attività finanziaria che si basa sul volume delle garanzie, perché si tratta di un parametro rimasto immutato solo per i confidi. Il leghista segnala anche che si sta discutendo dell’ampliamento dell’operatività togliendo i limiti fissati da Bankitalia e che si prevede l’apertura alla concessione di garanzie e piccoli finanziamenti e all’erogazione diretta, finora consentita agli intermediari più grandi.



DAI CONFIDI AGLI INTERVENTI PER LE COOPERATIVE

Massimo Bitonci nell’intervista al Sole 24 Ore annuncia anche l’intenzione di metter mano alla riforma del Fondo di garanzia, infatti il lavoro riguarda la proroga al 2025 di tutta la riforma del Fondo partita iva in via transitoria, solo per un anno. Al tempo stesso si vuole aumentare il limite delle operazioni a importo ridotto per i confidi, in particolare da 80 a 100mila euro. I dati mostrano che funziona e aiuta le piccole imprese, quindi per il sottosegretario alle Imprese bisogna intervenire anche sul modello di business dei consorzi e cooperative di garanzia collettiva fidi.

Il leghista parla anche del fenomeno delle “false” coop, visto che tra le sue deleghe c’è pure questo settore: dopo la cancellazione di oltre 24mila cooperative inattive dal Registro delle imprese, che si aggiunge alle 4mila cancellazioni dello scorso ottobre, si intende razionalizzare il sistema, in particolare in merito alla vigilanza, perché il ministero non riesce a gestire i controlli delle coop libere, che non fanno capo alle centrali cooperative. Dunque, da un lato si vuole creare un Registro unico nazionale, gratuito e online, dall’altro si pensa all’Albo unico dei revisori abilitati per controllare «le cooperative “spurie”».

Bitonci assicura che c’è apertura al dialogo con le centrali cooperative per la definizione dei meccanismi di scelta dei revisori che devono vigilare sugli enti che aderiscono alle associazioni, con l’obiettivo di arrivare a una riforma condivisa. «L’idea è istituzionalizzare un albo unico dei revisori, coinvolgendo le centrali anche sulla formazione dei professionisti che vi accederanno dopo apposita selezione pubblica», aggiunge Bitonci. Infine, garantisce che ci sarà un coordinamento con le associazioni del settore, anche attraverso un organo centrale, con membri “misti”, per fornire indirizzi operativi.