CHI È BJÖRN BORG, LA SUA STORIA VERA ALLA BASE DEL FILM “BORG MCENROE”
Questo pomeriggio su Rai 3 (a partire dalle ore 15:05) andrà in onda il film “Borg McEnroe” del regista danese Janus Metz Pedersen e uscito nelle sale cinematografiche nel 2017: una pellicola che, sin dal titolo, si incunea in quel filone di successo che negli ultimi anni ha portato sul grande schermo, tra biopic e genere sportivo, le epiche rivalità del passato. Se in campo automobilistico si ricorda ad esempio il riuscito “Rush” (2013), con il dualismo tra Nicky Lauda e James Hunt, il film di Metz Pedersen invece è ambientato a cavallo dei mitologici Anni Settanta e Ottanta e porta in scena le sfide tra due dei più grandi tennisti di sempre, lo svedese Björn Borg e l’americano John McEnroe, rivali non solo sul campo ma anche fuori. Ma chi sono i due mostri sacri del tennis interpretati rispettivamente da Sverrir Gudnason e Shia LaBoeuf?
Partiamo da Björn Borg, nato a Stoccolma nel giugno 1956 e il cui palmarès, al pari del suo rivale a stelle e strisce, meriterebbe una trattazione a parte: soprannominato “Ice Man” per via del suo stile di gioco glaciale, molto composto e quasi placido se contrapposto a quel martello pneumatico e al limite dell’impetuoso di McEnroe, il tennista svedese ha conquistato ben 11 titoli del Grande Slam (il uso terreno di caccia preferito fu il Roland Garros con sei trionfi, record superato ai giorni nostri solamente da Rafa Nadal) e ben cinque a Wimbledon, impresa che si aggiunge al fatto di aver vinto quei trofei consecutivamente. A ciò si aggiunga che Borg è stato numero uno nelle classifiche ATP per quattro anni, dal 1977 al 1981.
BJÖRN BORG, LA RIVALITA’ CON MCENROE: I RECORD E IL RITIRO PREMATURO DAL TENNIS
E quegli anni furono proprio quelli delle sfide col collega americano: e spesso, come accade per i grandi dualismi che infiammano ogni sport, la presenza contemporanea di due personalità così grandi e ingombranti non ha significato per loro il doversi dividere i trionfi ma, anzi, al contrario è stata una fortuna (come nel caso di Messi e Cristiano Ronaldo, che per diventare dei miti hanno avuto bisogno l’uno dell’altro) e li ha aiutati ad alimentare quella narrazione ai limiti dell’epica. Non è un caso che Borg e McEnroe siano annoverati tra i migliori tennisti di sempre e che il loro passaggio sui campi abbiamo cambiato per sempre questo sport. Di Borg basta citare due dati per capire quanto sia stato grande: vinse gli Open di Francia e Wimbledon nella stessa stagione per tre anni di fila ma si ritirò dal tennis a soli 26 anni, a causa del logorio fisico ma soprattutto mentale, lasciando il rammarico nei suoi fan per una carriera che avrebbe potuto essere ancora più ricca.
Inserito nella Hall of Fame del Tennis nel 1987 (l’altro “duellante” McEnroe vi entrerà invece nel 1999), Björn Borg fu protagonista tra il 1978 e il 1981 di ben 14 sfide con l’americano. Ovviamente non solo lo stile di gioco agli antipodi ma pure i caratteri completamente opposti hanno contribuito a far diventare leggendari i loro meeting sulla terra rossa come pure sul cemento, sull’erba e sul sintetico. Nell’arco di quei quattro indimenticabili anni si registrarono, un po’ salomonicamente ma forse era giusto così sette vittorie a testa con McEnroe a prevalere sul cemento e lo svedese sul sintetico. Leggermente a favore di McEnroe il bilancio delle finali (5-4) mentre resta il rammarico di non averli visti incrociare le racchette in Coppa Davis dato che Svezia e USA non si trovarono di fronte.