Black Lives Matter” torna a essere un argomento di assoluta tendenza negli Stati Uniti d’America, ma non nella misura che i suoi fondatori vorrebbero; infatti, a seguito di un reportage del Los Angeles Times, è stata pubblicata una e-mail firma di Phil Berk, ex capo della Hollywood Foreign Press, associazione incaricata dell’organizzazione di uno degli eventi più prestigiosi di sempre, quali la cerimonia di consegna dei Golden Globe. Ma cosa c’era scritto in quella lettera elettronica firmata da Berk?



Di fatto, si trattava di alcune critiche mosse nei confronti del movimento Black Lives Matter e del suo cofondatore Patrisse Cullors. Fra queste, campeggiavano le parole “hate group”, “gruppo che diffonde odio”, sino ad arrivare a “movimento di odio razzista”. Pensieri che, non appena hanno trovato spazio sulle colonne di una delle testate giornalistiche più lette negli Stati Uniti d’America, hanno suscitato immediatamente reazioni di scandalo, generando un vero e proprio polverone attorno all’Hollywood Foreign Press.



BLACK LIVES MATTER, HFPA CONTRO BERK

Peraltro, il sodalizio è da mesi nel mirino dell’opinione pubblica, dal momento che al suo interno non vi è neppure un membro di colore, anche se l’HFPA ha risposto recentemente alle accuse preannunciando una serie di riforme e di cambiamenti radicali al suo interno. Intanto, però, l’associazione ha dovuto prendere le distanze dal contenuto dell’e-mail di Berk, inviando un comunicato stampa a “Variety”: “Fin dalla sua fondazione, l’HFPA si è dedicata a costruire ponti e connessioni fra culture, creando comprensione maggiore fra retroterra diversi attraverso cinema e televisione. Quanto espresso dall’articolo circolato del signor Berk rappresenta lui e solo sui, in nessuna maniera riflette le idee e i valori della HFPA, che condanna tutte le forme di razzismo, discriminazione e discorsi di odio, e ritiene un linguaggio e un contenuto del genere inaccettabile”. Possibili azioni disciplinari contro l’autore dell’e-mail incriminata, mentre a Los Angeles e in tutti gli USA non si placano le polemiche, che corrono sempre più veloci anche attraverso il web.

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