Siamo gente semplice, indossiamo gli stessi usurati jeans da sempre, camicie di flanella e giacche anche loro di jeans. Non è una divisa, una moda, sono abiti da lavoro che ci rimangono attaccati alla pelle. Lavoriamo duro, non siamo dirigenti di azienda, che qua nel profondo sud manco ce ne sono. Siamo camionisti, contadini, falegnami, operai. Cerchiamo di far sopravvivere le nostre famiglie, in tutti i sensi, i soldi per mandare a scuola i figli e tenere a galla i nostri matrimoni, che non è cosa facile. Il sabato sera andiamo a farci qualche birra e sentire qualche gruppo locale che ci metta di buon umore dopo esserci spezzati la schiena tutta la settimana e la domenica pomeriggio andiamo al parco con i nostri ragazzi a giocare a football.
Le nostre sono piccole città sperdute tra campi di cotone e boschi fitti, dove ci conosciamo tutti e il senso di solidarietà non manca, quando uno ha dei problemi cerchiamo di aiutarlo. Se cercate su Google non siamo nella classifica degli eyeliner per uomini, sì quel roba lì per truccarsi gli occhi che certe band fanno schizzare in alto nelle ricerche dei morti di ricerche. E del nostro stato, la Georgia, possiamo anche parlare, criticarla, perché l’amiamo profondamente. Cazzo, è la nostra madre terra. Adesso siamo orgogliosi di loro, l’ultima grande band del nostro stato, che tante grandi band ha già regalato al rock’n’roll.
I Blackberry Smoke sono l’antidoto definitivo alle cattive vibrazioni e You Hear Georgia è più di un semplice divertimento o di una fuga dalla realtà, è un disco superbo. Ci sono delle autentiche gemme in questo disco in particolare la sequenza di quattro canzoni una dopo l’altra, Hey Delilah, Ain’t the Same, Lonesome for a Livin’ e All Rise Again, tra le loro migliori di sempre in una carriera che dura ormai da vent’anni. Dopo tutto questo tempo, fanno ancora canzoni che ti fanno venir voglia di buttare a quel paese tutti i tuoi problemi.
Qualcuno parla di loro come eredi della Allman Brothers Band, ma si sa, è impossibile essere eredi del più grande gruppo rock americano di sempre. Ci sono invece i groove infiammati dei compaesani Black Crowes, i riff mozzafiato dei Lynyrd Skynyrd e il boogie – funk dei Little Feat.
“Sentimi Georgia quando apro la bocca”, canta il leader Charlie Starr nella title track del settimo album della band. Starr non si sbaglia. Fin dai loro primi dischi indie negli anni 2000, i Blackberry Smoke sono stati immersi nelle tradizioni del rock sudista, ma i Blackberry Smoke riescono a trovare sempre nuove idee, come il funk alla Little Feat che fa ribollire Hey Delilah. Ma la maggior parte di You Hear Georgia affonda nel loro usuale boogie, punteggiando i pezzi rock con ballate da bar come Lonesome for a Livin’ e l’acustica intrisa di malinconia Old Enough to Know. Non è niente di inaspettato, ma è tutto efficace, dalle robuste costruzioni delle canzoni alle esibizioni che sanno fare quando si appoggiarno ai muscoli e quando lasciare che le cose vaghino nello spazio e nel sentimento.
La tradizione country di testi concisi e sentimenti fieri e un po’ pungenti tipicamente sudisti è ovunque nella title track, in cui Charlie Starr prende di mira coloro che non riescono a vedere oltre i preconcetti e i pregiudizi che ancora abbondano nell’America al di sotto della linea Mason-Dixon, seguendo la pista tracciata da Neil Young nell’antica Alabama.
Ci sono anche amici che contribuiscono a irrobustire un paio di canzoni, sottolineando quel senso di fraternità sudista che contraddistingue i gruppi come loro: Jamey Johnson, vocione alla Merle Haggard, colora Lonesome for a livin’ (non All rise again come numerato erroneamente nel booklet del disco), mentre il gigante, in tutti i sensi, del rock sudista Warren Haynes è alla voce e alla slide in All rise again, un classico hard rock sudista che ha composto insieme a Starr, che spacca ogni incertezza, roboante e folgorante come nel suo stile.
Siamo gente semplice, non ci interessano e ci fanno ridere i festival e gli Euro Contest perché siamo cresciuti con un’anima sudista anche noi, dall’altra parte dell’Oceano, e ne siamo fieri. Siamo sicuramente fuori tempo massimo, ma non ce ne frega niente. Long lives rock’n’roll ma davvero, finché ci saranno dischi come questi perché, alla fine di tutto, la vita va così: Nothing worth a damn happens after two a.m. (“Non succede niente che valga un accidente dopo le due del mattino”). Amen, and God bless you, avete reso la Georgia nuovamente orgogliosa e noi anche.
Ps: i Blackberry Smoke saranno nuovamente in Italia il 22 febbraio all’Alcatraz di Milano, dopo alcuni concerti straordinari prima della pandemia. Sarà il nostro ritorno al rock’n’roll, quello vero.
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