LA BIELORUSSIA RIATTIVA LA RETE ELETTRICA A CHERNOBYL
Dopo la missione del direttore Aiea in Turchia per dirimere la questione “nucleare” con i Ministri di Russia e Ucraina, qualcosa finalmente si smuove a Chernobyl data in black out da 24 ore: «la Bielorussia ripristina le forniture di energia elettrica alla centrale nucleare dismessa di Chernobyl al di là della frontiera in Ucraina», fa sapere il vice ministro dell’Energia russo, Yevgeny Grabchak.
Sempre dal Cremlino si specifica che «Gli ingegneri energetici bielorussi hanno assicurato la fornitura di elettricità alla centrale nucleare di Chernobyl, che è sotto il controllo delle forze armate russe. La linea di trasmissione di energia Mazyr – centrale nucleare di Chernobyl è stata alimentata». Nel frattempo torna a parlare – questa volta con “la Repubblica” – il professor Marco Ricotti nel tentativo di spiegare perché l’allarme sulle fighe radioattive dalle centrali ucraini sia al momento solo del «panico ingiustificato»: «il combustibile nucleare è ormai spento da molti anni, anche se emette ancora calore e dunque va raffreddato. Ma la potenza residua è davvero bassa e, come ha precisato la Iaea in un comunicato, ‘il carico termico della piscina e il volume dell’acqua di raffreddamento sono sufficienti per garantire un’efficiente rimozione del calore senza elettricità’». In merito al problema dell’acqua della piscina che possa evaporare, il professore di Impianti nucleari al Politecnico di Milano e coordinatore del gruppo di lavoro Iaea (International atomic energy agency) rassicura, «Sappiamo che ci sono dei generatori di elettricità di emergenza. Avranno anche una autonomia limitata a 48 ore ma per farli continuare a funzionare basta rifare il pieno di gasolio, che non credo manchi alle truppe russe che hanno preso il controllo della centrale. E anche se i generatori dovessero andare fuori uso, basterebbe trovare il modo di aggiungere dell’acqua alla piscina, in modo da compensare quella evaporata per il calore». Come ulteriore forma di rassicurazione sul potenziale allarme nucleare attuale da Chernobyl, il prof. Ricotti spiega a “Rep”: «la situazione attuale qual è? La racconta efficacemente la mappa aggiornata in tempo reale del Joint Research Center della Ue (REMon), uno strumento accessibile a tutti: la radioattività in Europa è quella del fondo naturale, da Kiev a Lisbona».
UCRAINA: “ALLARME SULLA CENTRALE DI CHERNOBYL”
L’incubo di una contaminazione radioattiva nucleare potrebbe non rimanere solo un rimasuglio del lontano passato ma rappresentate un’inquietante effetto della già devastante guerra tra Russia e Ucraina nell’Est dell’Europa. Ieri l’annuncio del blackout elettrico nella centrale di Chernobyl ha scatenato il panico a livello internazionale, “smorzato” poi dall’intervento dell’Aiea (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) che ha subito sottolineato come «non vi è nessun impatto sulla sicurezza della centrale».
Non tutti però sono concordi con la linea riportata dall’agenzia ONU: «Oggi la linea che connetteva la centrale nucleare di Chernobyl alla linea elettrica ucraina è stata danneggiata durante i combattimenti», spiega a “Le Iene” Dmitry Gumenyuk, responsabile della sicurezza nucleare e radiazioni dell’Ucraina. «Adesso la centrale è in blackout totale, senza elettricità», ribadisce allarmato Gumenyuk. La corrente non è stata staccata volontariamente e questo è una notizia tutt’altro che positiva: spiega ancora il responsabile nucleare ucraino, «la situazione è molto pericolosa perché ci sono scorie solide e scorie liquide e in caso di liquide devono esserci delle pompe per mantenere il raffreddamento». Ma durante un blackout come quello in corso ora a Chernobyl il rischio è che l’acqua possa surriscaldarsi ed evaporare: «e così potrebbe rilasciare il materiale radioattivo nell’atmosfera», ribadisce con grande preoccupazione Gumenyuk. Nel caso peggiore e nello scenario più orrendo possibile, ci si può trovare nel caso in cui l’uranio raggiunga il punto di fusione: a quel punto, «la situazione sarebbe come a Fukushima e dipendere dalle condizioni atmosferiche nel trasportare materiali radioattivi verso molto Paesi Europei».
ALLARME RADIOATTIVO A CHERNOBYL? DALL’ITALIA SI SMORZANO I TONI
Il responsabile dell’esercito ucraino lo dice apertamente, i rischi rientro il blackout di Chernobyl non si hanno solo per l’Ucraina ma anche potenzialmente per l’Italia, la Francia e in generale tutte le nazioni europee. Per chiudere immediatamente il problema occorre far tornare subito l’energia alla centrale e il tempo stringe in quanto il generatore (che funziona a diesel) ha un’autonomia di circa 48 ore. Se dal fronte Russia arrivano rassicurazioni sul totale controllo della situazione, da Kiev invece vengono lanciati appelli e allarmi perché la comunità internazionale intervenga subito. «Sto andando ad Antalya, nel sud della Turchia, per discutere la questione urgente di garantire la sicurezza degli impianti nucleari dell’Ucraina», ha spiegato stamane il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), l’italiano Rafael Grossi, dirigendosi verso la Turchia per incontrare i Ministri degli Esteri di Russia, Ucraina e di Ankara. «Dobbiamo agire ora!», spiega ancora Grossi riferendosi alla situazione attuale sia a Chernobyl che a Zaporizhzhia. Dall’Italia giungono però rassicurazioni circa il minor incubo rispetto ai proclami ucraini: «Non c’è niente di più difficile da nascondere della radioattività: la sensibilità degli strumenti è tale che captiamo persino l’isotopo Potassio 40 contenuto nelle banane, figuriamoci se può passare inosservata la dispersione di materiale radioattivo da una delle centrali ucraine», spiega all’ANSA Marco Ricotti, professore di Impianti nucleari al Politecnico di Milano, «è panico ingiustificato».
Dalla guerra in Ucraina è appena arrivato un nuovo allarme per la centrale nucleare di Chernobyl. Con Matteo Viviani e Marco Fubini abbiamo intervistato Dmitry Gumenyuk, responsabile ucraino per la sicurezza nucleare #leiene https://t.co/3j9Y1KCaNd
— Le Iene (@redazioneiene) March 10, 2022