Abbiamo segnalato un caso, domenica pomeriggio durante la partita Udinese-Roma l’alto numero di tifosi romanisti ha richiesto una decisione da parte di questura e società friulana che ha lasciato molto perplessi i tifosi bianconeri (clicca qui per leggere di più). Emergono chiaramente due problematiche piuttosto gravi, la prima riguarda il rispetto per i propri abbonati, che già devono vivere una difficile situazione con lo stadio in ristrutturazione, con i prezzi invariati nonostante il disagio, anzi aumentati in alcuni casi (per i bambini il prezzo non è ridotto). La seconda è una problematica di ordine pubblico. Si sa, i tifosi bianconeri non sono famosi per il loro calore, la lontananza delle tribune non ha mai aiutato in questo, la curva ultras non è numerosissima anche se gli ultimi anni hanno cementato l’affetto dei pochi dimostrato dalla costante presenza anche in trasferta di un discreto manipolo di fedelissimi. Infatti, contrariamente alla fama di cui godono, c’è da dire che la forza del tifo friulano è proprio questa, l’affetto per i propri colori, l’estrema correttezza, la pazienza di aspettare i giovani giocatori scoperti dalla società. Certo i brontoloni ci sono anche qui, ma sono dilettanti davanti ai fischiatori professionisti delle grandi squadre, quei personaggi che prendono di mira questo o quel giocatore, un allenatore poco amato, un presidente contestato. Ne sa qualcosa Lotito, potrebbe dire la sia anche un campione come Seedorf, sempre difeso dalla curva, non proprio dal resto dello stadio, Ibrahimovic con gli interisti non ha concluso il suo rapporto in maniera molto elegante.
A Udine i pochi fischi dalla tribuna che si sentono sul campo invece vengono presi come affronti, ma non hanno mai riscontro fuori, quest’anno Guidolin ne ha parlato in occasione di una partita per via di una sostituzione non gradita, ha probabilmente avuto una percezione esagerata di quei fischi ma ha tratto le sue conclusioni, Di Natale l’anno scorso in questo periodo mandò a quel paese la tribuna per le critiche ricevute e non regalò certo fiori nemmeno alla curva per zittire i cori tanto discussi ultimamente di discriminazione territoriale, vero controsenso qui in Friuli, quando la voglia di ribadire l’appartenenza a un clan a discapito di un altro supera anche la gratitudine per il tuo giocatore simbolo. Famosa invece è l’accoglienza che ricevono i tantissimi ex che passano dallo Stadio Friuli, alcuni amati vengono salutati con affetto, Quagliarella uno di questi, ma la maggior parte vengono fischiati sonoramente, l’ultimo esempio è Morgan De Sanctis, che ogni volta confida in una riconciliazione che non avverrà mai. Gestacci dalla curva, ricambiati gentilmente anche per Iaquinta; fischi per Di Michele reo di aver confessato di voler andare anche a piedi a giocare a Roma, poi a Roma non andò mai ma, in compenso, a quel paese fu mandato da tutti i tifosi bianconeri.
Insomma la fama del tifoso Udinese non è molto corretta, anzi, pensiamo ad esempio al campionato gastronomico proposto dai friulani che spesso viene proposto in parallelo ad alcune partite dove un cuoco friulano si scontra in una gara culinaria con il cuoco della città avversaria che sta affrontando la squadra bianconera, pensiamo a quando è stato capace di essere applaudito ad Anfield, a Glasgow, a Madrid, per la sua correttezza e per la passione con cui accompagnava i propri pupilli. Il calore dunque può essere provato in molti modi, e la definizione di tifoso freddo andrebbe sensibilmente corretta se mai in quella di tifoso infreddolito.
Quindi dove sta il problema? Il problema sta nel momento in cui l’abbonato viene “spostato” dal suo posto, senza preavviso, senza alternativa e senza rispetto. E questo è un problema che riguarda la società Udinese calcio, quei pochi tifosi che ha, deve coccolarseli a mio parere. La riuscita del suo progetto, la valorizzazione di giovani, non può prescindere dall’accoglienza e la pazienza dei suoi tifosi, in altre piazze questo sarebbe impossibile e i Pozzo, imprenditori geniali e attenti anche ai minimi particolari questo lo sanno e devono porre l’attenzione su quanto accaduto perchè i rapporti non vivano un logoramento. Altro fattore invece riguarda l’eventuale scoppio di tensione fra tifoserie. La presenza di tifosi avversari fra gli spalti bianconeri dovrebbe essere vista in chiave futura come qualcosa di auspicabile, forse un’utopia, forse un sogno, ma fra i tifosi qualcuno arrischia che dovrebbe essere SEMPRE così. Purtroppo però bisogna guardare oggettivamente in faccia la realtà, contro certe squadre i figli molti ritengono che non sia il caso di portarli allo stadio, sia per la paura che possa capitargli qualcosa, ma soprattutto a mio modo di pensare ancora più gravemente, per la paura che vedano qualcosa che da adulti non riusciremmo a spiegare come ragionevole, sensato, ne tantomeno qualcosa che abbia a che fare con lo sport. Il comunicato della società e le spiegazioni di Alberto Rigotto non soddisfano i tifosi, una comunicazione preventiva era dovuta, una soluzione alternativa anche.
L’Associazione Udinese Club così come molti abbonati singolarmente si sono attivati, hanno tempestato di chiamate, di lettere, mail di protesta Società, giornali e forze dell’ordine e proprio dalla Questura arriva una smentita che sa di beffa in quanto pare non sia mai arrivato l’ordine di spostare i tifosi friulani. Siamo certi che contro l’Inter questo disagio non sarà ripetuto ma la piazza di solito infreddolita di questi tempi ora è molto calda ed attende risposte.