È un sospirone quello che tirano i tifosi friulani, non tanto di sollievo, quanto di incomprensione, la squadra è multiforme e leggermente schizofrenica. Capace di trasformarsi fra una settimana e l’altra ma anche sorprendentemente all’interno della partita.
Guidolin, contrariamente alle indiscrezioni della settimana appena trascorsa, lascia in panchina Muriel e pesca dal cilindro un altro giovane, Nico Lopez, che pagherà un po’ di emozione e probabilmente una posizione a lui non congeniale. Da appuntarsi come graditi i ritorni di Pinzi, dall’infermeria, e di Lazzari nel suo ruolo di titolare, soprattutto il secondo aveva convinto solo contro il Parma poi tanta imprecisione e soprattutto lentezza, oggi (ieri per chi legge, ndR) un discreto punto di riferimento in mezzo al campo e qualche buon rilancio. Guidolin a fine partita giustificherà gli svarioni di inizio partita dicendo che il 4-3-3 del Cagliari ha un po’ spiazzato i suoi giocatori che non si aspettavano avversari così schierati. È corso ai ripari il Mister e con un ha allargato il gioco a sua volta e equilibrato maggiormente la squadra. Ed in effetti qualcosa di meglio si è visto, ma la concentrazione e la precisione spesso e volentieri latitavano nelle prime fasi. A fare la differenza come già sottolineato sono stati due giocatori dello “zoccolo duro”: Pinzi e Lazzari sono piuttosto in forma soprattutto mentalmente e tranquillizzano la squadra con la loro presenza e le loro verticalizzazioni. Una volta sistemata la squadra, dopo una bella traversa di Murru che spaventa Kelava il Cagliari perde metri, Totò Di Natale e Lopez fanno prove di sintonia ma non è facile, l’uruguayano le cose migliori le fa vedere in copertura con due buoni recuperi da centrocampista vero. Il resto della squadra ci prova anche davanti: qualche tiro da fuori, un paio di colpi di testa, ma occorre il gol per sbloccare un po’ di più la squadra. Fallo inutile di Rossettini sul lato corto dell’area, Punizione del capitano dell’Udinese, la palla arriva ad Heurtaux fortunosamente sulla coscia e di conseguenza a un liberissimo Danilo che a un metro dalla porta non sbaglia. La testa si libera un po’ e l’Udinese comincia a giocare meglio, niente fuochi d’artificio, ma torna la lucidità per lottare su tutti i palloni.
Il secondo tempo vede in campo Maicosuel al posto di Lopez e il brasiliano ha voglia di dimostrare tanto e si vede. Buone le sue accelerazioni ma soprattutto insieme a Pinzi e Lazzari è un altro punto di riferimento per i compagni. Altro fallo da limite area, altra punizione dei bianconeri, altro gol. È la tassa Di Natale e in Friuli con buona pace dei nostri politici si paga quasi sempre. Tiro a scavalcare la barriera, palla che scende, portiere immobile, gran gol, l’anno scorso il piccolo napoletano disse che punizioni così stavano diventando più facili dei rigori, a vederlo è difficile dargli torto. Tanti applausi ma la partita non è finita, il centrocampo friulano è stanco, considerare Basta come attaccante è una trovata originale di Guidolin ma sicuramente poco realista circa le possibilità del serbo che comunque torna sempre a difendere. Più lucido Maicosuel che invece mostra gamba e voglia anche in ripiego. Sono due le occasioni per i friulani dopo il 2 a 0, tutte e due nascono dai piedi di Lazzari, una sui piedi di Di Natale ed è ghiotta, partenza da centrocampo, solo davanti al portiere colpisce di esterno destro e manda a lato, l’altra vede un’ottima iniziativa del Mago, Astori lascia uno spiraglio di pochi centimetri lungo la linea di fondo e il brasiliano se lo prende alla grande, scarta due uomini fino a che non trova un muro cagliaritano, Astori cade sul pallone, qualcuno grida al fallo di mano, l’intreccio di gambe e manone del portiere non aiuta l’arbitro che secondo me comunque prende la giusta decisione, anche se la caduta del difensore e la conseguente copertura con il braccio è quantomeno provvidenziale se non sospetta. L’Udinese perde qualche metro anche per l’ingresso di Sau al posto di uno spento Pinilla, il Cagliari prova a spingere ma la difesa friulana si dimostra attenta e concentrata. Solo una disattenzione potrebbe riaprire la partita, e Ibarbo ne sfrutta giusto una di Danilo e per poco una di Kelava che invece di coprire il primo palo (vizietto già visto?) fa per buttarsi in area piccola per recuperare un eventuale passaggio al centro. Per fortuna dei bianconeri Kelava resiste fino all’ultimo a questa tentazione e con i piedi salva il risultato. La partita va a spegnersi nel finale, qualche cambio, quattro minuti di recupero ma poche emozioni.
Le considerazioni sono tutte di Guidolin che continua ad imputare alla giovinezza della squadra e ai tanti stranieri la sua imprevedibilità. Un episodio curioso che racconterà in conferenza stampa è che quando guardano le partite degli avversari devono spesso spiegare ai molti giovani (l’Udinese è la squadra più giovane della Serie A) quali sono gli avversari e segnalare loro il colore della maglia da guardare. Regala anche qualche perla calcistica quando dice che non può permettersi due punte perché nessuno in Europa gioca più con due punte e che è stato uno dei primi a iniziare un modo di giocare differente. Rimane il mistero trasferta da svelare, ma concordano sia Guidolin che Pinzi quando dicono che il 19 ottobre trasferta migliore non c’è, il Milan suggerisce sempre stimoli interessanti, Totò a San Siro si ispira, le ultime partite con i rossoneri comunque portano alla memoria prestazioni divertenti, ed è quello che il tifoso friulano vuole tornare a fare, divertirsi. Paradossalmente è proprio quello che manca, si può mettere in conto anche una buona sconfitta seppur nel segno del bel gioco, della velocità e della cattiveria agonistica. Basta sospiri interrogativi, quello che il popolo bianconero trattiene da mesi è un sospiro di soddisfazione, e per quanto si allarghi il colletto della camicia questa apnea comincia ad essere soffocante. Oggi ha vinto la concretezza e la squadra ed il tecnico meritano un applauso, il domani speriamo che porti un piccolo passo in più verso anche il bel gioco.
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Danilo al 33′ pt, Di Natale all’8′ st.
Ammoniti: Pinzi, Dessena per gioco scorretto.
Kelava; Heurtaux, Danilo, Naldo; Basta, Pinzi (dal 24′ s.t. Badu), Allan, Lazzari, G.Silva; N. Lopez (dal 1′ Maicosuel); Di Natale (dal 45′ s.t. Ranégie). All. Guidolin. Panchina: Benussi, Bubnjic, Douglas, Widmer, Mlinar, Pereyra, Merkel, Muriel, Zielinski.
Agazzi; Perico, Rossettini, Astori, Murru; Dessena, Nainggolan, Eriksson (dal 17′ s.t. Cabrera); Ibarbo, Pinilla (dal 39′ s. t. Nenè), Ibraimi (dal 13′ s.t. Sau). All. Lopez. Panchina: Avramov, Ariaudo, Avelar, Rui Sampaio.
Peruzzo di Schio.
Voto Partita: 6,5 niente scintille, però ritmo abbastanza buono. La punizione di Di Natale vale il prezzo del biglietto.
Voto Udinese: 6,5 concreta come le capita spesso quando gioca in casa, piuttosto ordinata in difesa e a centrocampo, a distanza di una settimana dall’ultima partita quello che oggi un po’ ha sorpreso era la condizione di alcuni corridori purosangue come Basta e Allan che hanno un po’ arrancato.
Voto Cagliari: 5,5 impegno e ordine tattico, il Cagliari non è brutto a vedersi, più concretezza sotto porta e meno ingenuità in difesa sono la ricetta per migliorarsi. Avessero tutti il talento di Ibarbo la salvezza sarebbe un risultato quasi sicuro, fossero tutti combattenti come Naingollan sarebbe certa, se in più non ci fosse l’incognita stadio a tener lontano la squadra dall’affetto e dal tifo dei suoi supporter sarebbe una provinciale terribile da affrontare. I migliori auguri a una squadra e ai suoi tifosi che pagano colpe non loro.
Voto all’arbitro Peruzzo: 6 arbitra nel complesso bene, i cagliaritani reclamano qualche fallo non fischiato, i friulani un’ostruzione di braccio di Astori in area su percussione di Maicosuel.