A freddo la vittoria di Milano lascia ancora un buon sapore in bocca, ma è una consolazione dovuta alle troppe amarezze di questi ultimi mesi. In realtà, fermandosi a ragionare, ripercorrendo con la memoria la partita, c’è poco da star tranquilli. Già alla formazione iniziale il tifoso friulano ha storto il naso, sia per il modulo sia per alcuni interpreti. Lazzari ancora non convince soprattutto nel . La speranza di vedere esordire un friulano in Coppa Italia poi ora che si è arrivati in semifinale è vana ma l’altra sera qualcuno ha sperato di vedere Scuffet in porta viste anche le pessime recenti prestazioni dei due portieri bianconeri. L’inizio non fa altro che confermare i cattivi pensieri del tifoso: errori, disattenzioni, passaggi sbagliati e soprattutto poca qualità nel far risalire una squadra incastrata nella propria metà campo. Dopo 6’ il Milan passa in vantaggio su contropiede, se vogliamo un po’ fortunoso, ma assolutamente da imputare alla poca determinazione in difesa. La reazione non c’è e quello che si vede è imbarazzante, monologhi sparsi di dilettanti allo sbaraglio con la vecchia guardia (Domizzi, Lazzari, Danilo) impegnata in lanci lunghi verso frontiere inesplorate del campo, la dove Muriel difficilmente arriverà mai se lasciato così solo e se impegnato a guardarsi le punte dei piedi ogni volta che può proporsi. Ma ad un certo punto qualcosa cambia, siamo circa alla mezz’ora del primo tempo, incredibilmente il pressing asfissiante del Milan, la grande novità del nuovo allenatore, diminuisce. La benzina rossonera comincia a calare, anche l’Udinese riesce ad imbastire qualche azione. E dopo qualche tiro finalmente nello specchio della porta ecco l’accelerazione che non ti aspetti: Widmer invece di cercare un comodo, quanto probabilmente inutile, scambio a limite dell’area avversaria sfida in velocità Emanuelson e lo lascia sul posto costringendo l’olandese ad inseguirlo e ad atterrarlo in area. Rigore: Muriel non sbaglia e pareggia. Il sorriso dei tifosi milanisti lascia il posto alla perplessità di chi si trova a rivivere un deja vu. Il secondo tempo comincia con parecchi minuti di ritardo perché il Milan non rientra dalla pausa per l’intervallo e di fatto, a posteriori, si può dire che i rossoneri non siano mai usciti dal tunnel degli spogliatoi. C’è una sola squadra in campo, l’Udinese gestisce la partita con possesso palla, ripartenze, scambi, accelerazioni e triangolazioni, tiepido eco di un gioco chiamato calcio che il tifoso friulano non vedeva da tempo. Ma come molte partite di quest’anno i bianconeri sprecano tanto, non riescono a concretizzare per eccessi di egoismo e per incapacità di dialogo. Entrano Pereyra e Lopez per Bruno Fernandes e Muriel. Incredibilmente invece Seedorf non accenna a nessun cambio nonostante la sua squadra cammini in campo. Ed è proprio il Conejo Lopez, appena entrato, in un ennesimo eccesso di egoismo che riesce ad insaccare alle spalle di Abbiati. Fischi assordanti…

… da tutto lo stadio, nessuno si salva, il Milan è sparito dal campo da almeno un tempo e nemmeno gli ingressi, assolutamente tardivi, di Honda (che riesce giusto a farsi ammonire a tempo di record) e Abate riescono a cambiare la situazione. La vittoria riporta un po’ di buon umore fra i friulani che adesso, come due settimane fa quando a perdere fu l’altra milanese, continuano a domandarsi. Ma non sarà questa la squadra titolare che merita il campo? Domenica contro il Parma praticamente certa la coppia Maicosuel (che non dovrebbe partire per il Corinthias) e Di Natale che contro la Lazio si è sbloccato. Si spera in una vittoria, si spera sempre nell’inizio di un nuovo cammino per i friulani. Verso una salvezza tranquilla per concentrarsi con più efficacia sulla Coppa Italia e la doppia sfida con la Fiorentina verso quello che sembra un miraggio, l’ennesima qualificazione europea che quest’anno sarebbe un traguardo incredibile.