A distanza di una settimana il pensiero nella testa dei tifosi friulani non cambia, è difficile trovare consolazione dopo partite dall’esito sofferto. Dopo le polemiche di Juventus-Roma le timide proteste dei friulani per il rigore assegnato al Cesena a 30″ dalla fine hanno avuto l’effetto di sussurri in mezzo alla tempesta. Nessuno infatti si è accorto delle deboli lamentele della società bianconera. Non che non ci siano state, ma vuoi per il tono più civile di quello usato dalle due squadre in testa alla classifica, vuoi per il rilievo mediatico dei friulani, l’attenzione dei più non si è minimamente soffermata sull’errore dell’arbitro Mariani. A Cesena, in realtà, a questa interpretazione in settimana hanno opposto un’altra nella quale la giustizia divina delle divinità calcistiche ha ri-equilibrato una partita davvero storta per gli emiliani. In effetti che il migliore in campo sia stato Karnezis la dice lunga su come l’Udinese abbia impostato la gara. Già al secondo minuto a Udine il pubblico ha potuto assistere ad un miracolo terreno del portiere greco che ha aumentato l’alone di mistero attorno a sè: come poteva essere riserva al Granada costui? E non è stata l’unica parata dell’estremo difensore, motivo per cui la sponda emiliana guarda al pareggio come punteggio ingiusto e fin troppo stretto. Non si capisce però perché la bravura di un portiere non dovrebbe essere contemplata fra i pregi della squadra avversaria, detto questo è vero che la squadra di Stramaccioni ha giocato in alcuni frangenti troppo di ripartenze o di lanci lunghi, essendo pressata dal Cesena dopo il gol del vantaggio. Il possesso palla poi è stato poco efficace non mostrando grandi progressi in quello che doveva essere il banco di prova proposto dall’allenatore nei giorni prima della gara: fare gioco con squadre che si chiudono. Per chi ha nel dna da anni azioni di contropiede questo non é facile. Il primo test non è stato dunque molto efficace, ma ci sono molte attenuanti. Positivo il sacrificio di Di Natale e Thereau nel proporsi e lasciare spazio agli inserimenti, ma è negli ultimi 30 metri che l’esito del palleggio del centrocampo deve avere sfogo, e alcune giocate sono risultate troppo leziose, contorte ed in generale troppo lente. Sicuramente Di Natale ha le sue attenuanti visto il grave lutto di settimana scorsa: la voglia era quella di un ragazzino, le sue discese a centrocampo e i suoi movimenti a farsi incontro ai compagni sono l’inizio di un Di Natale alla Totti che lo porterà a fare grandi cose, ma dei molti palloni toccati pochi hanno avuto effetto positivo (eccetto un meraviglioso passaggio di spalla per Muriel), e questo anche statisticamente non è da lui. L’infortunio occorso a Konè dopo 16 minuti ha obbligato l’ingresso di un Fernandes dalle caratteristiche e la grinta decisamente diverse, gol a parte infatti la prova del portoghese non ha convinto. Comunque è stato un banco di prova, certamente Stramaccioni e Stankovic avranno di che riflettere. Ed in effetti in settimana vista la pausa per la nazionale il duo non ha risparmiato il lavoro ai rimasti. Curiosamente i bianconeri son stati privati dei 4 portieri ma la cosa non ha impedito i regolari allenamenti, Muriel ha subito un leggero infortunio e Gabriel Silva ha rivisto il campo insieme ai suoi compagni. Nella prossima gara di domenica il Torino di Ventura richiede molta attenzione, dopo l’addio di Cerci ed Immobile ci sono volute delle giornate per ritrovare un’identità, ma le ultime due partite hanno visto delle prestazioni di grinta ed orgoglio oltre che un gioco che comincia ad esserci. L’ex Quagliarella tra l’altro non disdegna mai di segnare alle sue ex squadre ed in generale un altro passo falso per i bianconeri potrebbe abbattere il morale di un gruppo psicologicamente già provato lo scorso anno. Intanto nella giornata di oggi 13 ottobre tanti auguri al capitan Di Natale che nonostante il vortice di emozioni delle ultime settimane troverà il tempo di festeggiare con parenti, amici e compagni i suoi 37, invidiabilissimi anni. Auguri!