Il primo pensiero di commento, facendo finta di risparmiarvi la battuta sulla prestazione incolore dei bianconeri, va al tifoso che ha atteso due settimane per vedere una partita come quella fra Torino e Udinese veramente deludente. Celebrata la tristezza del tifoso passiamo quindi ad analizzare cosa non ha funzionato nella compagine di Stramaccioni. Anzitutto la squadra è apparsa appesantita, zero pressing da parte delle punte, crampi anche per giocatori non impegnati con le nazionali, e questo, seppur senza poter esprimere un giudizio definito e con cognizione di causa, è quantomeno anomalo. Da segnalare la poca spinta sulle fasce: Widmer in particolare in virtù di un fraseggio orizzontale inutile e rischioso ha rinunciato troppe volte a spingersi fino a fondo campo, il suo avversario, Molinaro, ammonito quasi subito per altro, avrebbe faticato non poco a contenerlo. Ancora una volta troppo leziosi i passaggi negli ultimi trenta metri, e ancora una volta, ma in effetti era dalla stagione scorsa che non si vedeva, il centrocampo era troppo schiacciato sulla difesa. Allan e Pinzi ieri non hanno reso al meglio e Bruno Fernandes e l’esordiente Evangelista avevano molti compiti da svolgere per poter essere colpevolizzati. E quando il centrocampo cede e la difesa è troppo sotto pressione, diventa inevitabile l’errore e nel caso del gol subìto le responsabilità sono molteplici: Pasquale, ieri sottotono contro la sua ex squadra, si fa scavalcare di testa troppo facilmente da Vives ed Hertaux, troppo lontano da Quagliarella, non recupera in tempo la posizione per poter impedire il gol. Ancora una volta Karnezis migliore in campo, il portiere comincia a a far riflettere i suoi tifosi che preferirebbero vederlo meno in mostra a vantaggio di una squadra più brillante, anche questa volta il greco ha ovviato alle lacune dei suoi compagni, e questo non può andare sempre a vantaggio di Stramaccioni. Allenatore che ha voluto leggere la sconfitta in maniera curiosa, rivelando (in mondovisione) il grande punto debole della sua squadra intuito da Ventura: il gioco aereo. Ora, posto che non é chiara la strategia comunicativa, vien anche da sottolineare che di testa Danilo ed Hertaux hanno gareggiato tutto sommato bene nell’arco dei novanta minuti contro due giocatori esperti come Quagliarella ed Amauri e che solo la distrazione dovuta all’eccessiva pressione torinese li ha messi in difficoltà. A mio modo di vedere il gioco aereo può essere considerato un punto debole dal centrocampo in su dove i soli Thereau e Badu si fanno valere. Bisognerebbe invece lavorare su quanto analizzato in precedenza, per quanto riguarda l’attacco è indubbio che la finalità di un giocatore offensivo sia arrivare al tiro, domenica i tiri in porta sono stati pochissimi e i passaggi filtranti ancor meno. Per il centrocampo è evidente il bisogno di cervello oltre che di muscoli: Guilherme fino a qui non ha brillato, ma la sua mancanza contro i granata si è sentita, l’ha sentita Allan ed anche il reparto offensivo che ha avuto pochi palloni giocabili. In effetti è di Guilherme il passaggio per l’azione del possibile pareggio conclusa male da Thereau sotto rete, suo anche uno rarissimi tiri nello specchio della porta difeso da Gillet. Oltre a una maggior dose di fuoco e un centrocampo più sapiente domenica prossima contro l’Atalanta si spera di rivedere una fascia sinistra presidiata meglio di quanto sia stato fatto contro il Torino. Sperando nel rientro di Koné, di Piris e Silva le gare contro i bergamaschi e la Fiorentina sono molto rischiose. Entrambe a caccia di riscatto non vedono l’ora di trovare una squadra remissiva come quella friulana vista nell’ultima giornata. Si erano disputate le prime gare alla ricerca di una identità, gli indizi sembravano portare ad una squadra solida dal punto di vista difensivo, poco spettacolare ma molto concreta. Contro Cesena e Torino questa identità è venuta meno, giocatori d’attacco che non tirano non possono andar lontano. L’allenatore ha bisogno di prendere in mano la situazione e tornare al punto di partenza, senza paura, senza pressione, ma gli spettri di una stagione come l’ultima sono in agguato e i tifosi sperano, come ho già ironicamente fatto notare, in una nota di colore nella partite dei loro beniamini bianconeri.