La vittoria di lunedì sera dell’Udinese contro il Parma ha confermato sicuramente lo stato di forma dei friulani, un sistema di gioco piuttosto efficace e di nuovo qualche individualità sopra la media. Vincere dopo uno svantaggio iniziale mostra carattere da parte dei bianconeri, determinazione e soprattutto la capacità di ripartire dai propri errori. Rispetto alla partita con la Lazio si è vista qualche piccola sbavatura ma, considerato il poco turnover di quasi tutta la squadra dopo tre vittorie nelle tre partite disputate nella stessa settimana, qualche difficoltà la si può anche registrare. Partita bloccata fino al ventesimo, quando grazie ad un bel gol dei gialloblu le azioni diventano più dinamiche e le difese iniziano a traballare sotto ripetuti attacchi da entrambi i fronti. Immediato il pareggio bianconero e il successivo vantaggio frutto di due azioni molto belle. Ma la tensione non può e non dovrebbe calare mai, il rigore per il Parma a trenta secondi dalla fine è una ingenuità corale. Nel secondo tempo Stramaccioni dimostra una qualità fondamentale per un allenatore: duttilità tattica. Allan a uomo su Cassano diventa l’arma vincente, il barese autore di una bella prestazione viene completamente annullato dal brasiliano, che ha anche la forza di proporsi in fase di attacco. Ma, dopo il gol di Heurtaux del nuovo vantaggio, è il Parma ad auto annullarsi arretrando il giovanissimo talento Mauri e soprattutto rimanendo in dieci per colpa dell’espulsione di Acquah. Lo sforzo finale di Thereau, con il conseguente gol della tranquillità, libera Stramaccioni e tutto lo stadio da antiche ansie. Seconda doppietta per Di Natale, secondo gol di Thereau, due assist nella stessa partita per Widmer, altri due gol presi dai bianconeri, ancora tre punti, terza vittoria consecutiva, terzo posto in classifica.

Numeri che si ripetono, conferme di una stagione iniziata bene che promette divertimento; il gol in rovesciata di Heurtaux ha rubato la scena per la spettacolarità, a mio modo di vedere però il secondo gol di Di Natale è di fattura persino migliore. Propongo di spostare la lente di ingrandimento quindi su Thereau, fino a quel momento poco presente in campo, non per pigrizia del giocatore ma per dinamiche di gioco. Il velo per Di Natale, paradossalmente un “non intervento”, è la sintesi suprema di questo giocatore. Quanti in quel frangente, dopo una prestazione scialba, si sarebbero tortuosamente impegnati in un tiro impossibile sul primo palo? Probabilmente tutti i bianconeri in campo e probabilmente anche quelli in panchina. Ma comprendere che un assist (un velo in azioni come queste si può equiparare ad un assist) vale quanto un gol è una peculiarità solo dei grandi giocatori. Sono questi i segnali che fanno presagire un buon cammino. Ora la palla riposta al centro vedrà fronteggiarsi Udinese e Cesena, di nuovo in casa, di nuovo un esame per allenatore e squadra.

Recuperati Domizzi e Silva, ora si tratta di capire che modulo prediligere e a quali interpreti lasciare spazio. L’impressione è che Muriel sia nei pensieri di Stramaccioni ma che Thereau abbia qualche chance in più al fianco di Antonio Di Natale. Capitano che è sempre più prossimo – mancano tre gol – ai 200 in Serie A ma, curiosamente, non per la Gazzetta dello Sport la quale si ostina, contrariamente a quanto deciso dalla Lega, a non assegnare un gol della stagione scorsa messo a segno contro il Genoa su calcio di punizione. Io auguro a “Totò” ben più di tre gol, oltre che per mettere a tacere i più ostinati, anche per dedicarli al padre mancato questa settimana. L’abbraccio da parte della tifoseria, a cui mi unisco, nei confronti del capitano è sentito e doveroso, ora c’è un tifoso in più nella “curva” più grande di sempre pronto a godersi i nuovi record di un grande campione italiano.