Il cammino dell’Udinese ormai è ufficialmente è fermo ad un bivio di riflessione. Quella fastidiosa sensazione di impotenza quando il motore della tua macchina non si avvia ormai sembra aver attanagliato Stramaccioni e i suoi. Sembrava tutto in ordine, la revisione era andata bene, il meccanico aveva dato la sua benedizione, il rodaggio sembrava andare a gonfie vele, eppure al semaforo, ogni tanto la macchina ancora si spegne. Gli ultimi due pareggi contro Palermo e Chievo dicono di una formazione in confusione. Sul piano del gioco è ancora piuttosto imbarazzante vedere tanti errori a centrocampo, sul piano fisico non aiutano le convocazioni in nazionale, su quello tattico si concedono metri di campo in maniera talmente gratuita che gli avversari ringraziano ed approfittano regolarmente. L’anomalia paradossale è che l’Udinese nelle ultime apparizioni è passata spesso in vantaggio per prima, ma questo è ormai un ostacolo, non più una scorciatoia per il successo. Avere in squadra il calciatore italiano più prolifico degli ultimi 5 anni sembra quasi una sventura. Il gol del capitano è quasi una garanzia, soprattutto allo stadio Friuli, il calo di prestazioni della squadra, ultimamente, è altrettanto assicurato. Associare i gol di Di Natale alle difficoltà dei suoi compagni suona come una eresia, eppure il volto del capitano alla fine della partita contro il Chievo diceva molto. E pensare che domenica 23 novembre è stato festeggiato un evento sentitissimo a Udine. Dodici anni fa un giovane giocatore dell’Empoli cominciava la sua straordinaria carriera in quel ramo del lago di Como segnando a un portiere, Brunner, che è anche l’attuale preparatore bianconero. Domenica sono state festeggiate le 400 partite in serie A e la straordinaria media di un gol ogni due partite, sono arrivate infatti, nella stessa partita, le 200 firme in serie A. Media quasi mantenuta nelle 680 partite da professionista con 0,44 gol a partita grazie alle 300 realizzazioni raggiunte in cifra tonda sempre ai danni del povero Bizzarri, portiere del Chievo. Numeri pazzeschi. Chi vi scrive ha passato gli ultimi giorni a cercarseli (faticando non poco) e guardarseli tutti e 200. Quelli di Empoli della stagione 2002/2003 sono i più introvabili, ma ne mancano all’appello solo 6, resto in attesa di uno speciale su qualche emittente sportiva per gustarmeli tutti e consiglio di farlo a chiunque ami il calcio. Sono 110 i gol siglati di destro, 28 di sinistro, 33 i rigori, 12 le reti di testa, 10 realizzate su calcio di punizione e perfino 1 su calcio d’angolo che i tifosi napoletani ricordano bene. Come anticipato ne mancano 6 a questa statistica, presumibilmente realizzati di destro. É una battaglia persa con se stessi decidere quale sia il gol più bello:

Io personalmente ho rinunciato avendo almeno una decina di reti che si contendono lo scettro spintonandosi sul podio. Abbiamo snocciolato dati, statistiche, il tutto è stato apparentemente ridotto a cifre, ma parlando di Di Natale non si può non far notare tra le righe la bellezza di questi numeri, equiparabili alla metrica poetica delle grandi opere letterarie, alla matematica precisione di uno spartito musicale, alla perfezione dei canoni greci. Totó (chiamato così fin dai tempi di Empoli) è indubbiamente poeta e artista ed al contempo musico e cantastorie. Tifosi friulani ed avversari celebrano il campione napoletano che ha trovato a Udine, sportivamente parlando, la sua casa, il suo atelier, dove immaginare altre straordinarie opere d’arte. Ora si tratta di trovare una giusta proporzione fra le prestazioni di questo fenomeno e la sua squadra. Non sarà facile contro le milanesi, prossime avversarie entrambe a San Siro, ma il ritorno di alcuni giocatori chiave può essere d’aiuto, da non sottovalutare anche l’impegno di mercoledì con il Cesena in coppa Italia. A Stramaccioni l’arduo compito di risollevare le sorti dei suoi, ma con un giocatore così non può essere troppo difficile.