Non è da tutti trovarsi in vantaggio dopo 23 secondi con il gol del capitano della tua squadra. Molti tifosi attardatisi ai tornelli di ingresso allo stadio non lo avranno nemmeno visto, nemmeno il fonico addetto si aspettava un gol così immediato, l’Aida che ormai da anni accompagna i gol dei bianconeri non si è udita, solo lo speaker con il microfono in mano per aver appena letto le formazioni è stato così lucido da urlare il nome di Di Natale. Dicevamo che non è da tutti, e, forse, non fa bene a tutti una vertigine così improvvisa, trovarsi così in alto così in fretta. Gli errori visti nei successivi 90 minuti lo dimostrano. È arrabbiato Stramaccioni a fine partita, lo è anche Pozzo, qualche giocatore ha frainteso la situazione attuale dell’Udinese. Lottare su ogni pallone è un dovere, un obbligo, non puó essere scontato, anche perchè le divinità del calcio sorridono a chi è tenace, a chi persevera, a chi confida nel grande risultato. Lo sanno bene i genoani che non hanno ceduto al fato avverso dei primi secondi e che al contrario hanno trovato energie ulteriori per il resto della partita. Diciamocelo, chi, come me, ha visto e rivisto la partita rosica parecchio. Il termine seppure poco nobile dice molto dello stato d’animo da tifoso. Quattro gol concessi ai rossoblù che hanno dell’incredibile. Per una gentile concessione di Greco sul gol friulano ne sono stati concessi quattro di compensazione. Il Genoa ha meritato la vittoria, sono squadre così che fanno divertire gli spettatori, ma non posso negare di aver assistito ad una sproporzionata spinta provvidenziale a favore dei rossoblù, e i gol visti me li sogno ancora la notte. Tre gol su quattro hanno toccato o sfiorato i legni diventando imprendibili, sempre tre gol su quattro sono più che gentili concessioni dei ragazzi di Stramaccioni il quale ha poche colpe sulla sconfitta. Un solo appunto di riflessione al tecnico: lo schieramento prevede un che diventa 4-2-3-1 in fase di attacco, ma Bruno Fernandes e Konè non sono due esterni e in questa partita lo si è visto fin troppo chiaramente. Non hanno la corsa ne le caratteristiche per poter fare la fascia, la fase di gioco offensiva diventa interessante se hai un potenziale che vanta Di Natale, Thereau e, per l’appunto, il portoghese ed il greco. Ma in fase difensiva costringi agli straordinari i centrali di centrocampo e tutta la difesa. Giocarsela a Palermo non sarà facile, la notizia che lo si farà senza senatori fa discutere: Di Natale lasciato a casa per un leggero infortunio e Domizzi per scelta tecnica. Questo responsabilizzerà i giovani o li troverà impreparati? Il dato anomalo dell’Udinese degli ultimi anni…

… è che nelle novità di formazione, di modulo, trova nuove energie, è infatti nel permanere di modalità di gioco per più partite che i giocatori bianconeri mostrano difficoltà. Quando cioè ci si aspetta una conferma e di rivedere almeno quanto visto di buono nella partita precedente si rischia di vedere i crolli verticali delle ultime giornate. Dopo la trasferta siciliana le settimane di pausa potranno aiutare Stramaccioni a creare una identità alla sua squadra. Purtroppo l’impegno con le nazionali priverà il tecnico di molti uomini, la speranza dunque è che già da questa partita i giocatori diano risposte importanti relative al carattere e al gioco. Per il capitano infine è purtroppo da posticipare il D-Day dei record, le 400 partite in A con gli eventuali 300 gol in carriera e gli ambiti 200 gol in serie A, il tutto è rimandato al 23 novembre, in casa, contro il Chievo. Altri traguardi pazzeschi per un giocatore che continua a segnare pagine di storia sportiva nel silenzio della Sua Udine.