Il pareggio è meritato, le squadre si son concesse un tempo per parte, continua così il percorso di Atalanta e Udinese verso una salvezza tranquilla. Continua anche la diatriba poco elegante fra tifosi e società relativo al tifo in casa. Che non sia solo un pallino di Guidolin quest’ultima giornata è stato proprio chiaro, prima Basta manda a quel paese platealmente il suo pubblico dopo qualche mugugno per un suo errore (il secondo consecutivo a onor del vero), poi il Patron Pozzo ne manda anche lui a dire qualcuna tramite il canale televisivo ufficiale della società. Della partita poco da commentare. Per niente riuscite le ripartenze dei friulani nel primo tempo, assetto sbagliato, Muriel svogliato come mai in questa stagione, Basta preferito ancora una volta a Silva su una fascia non di sua competenza (da lì gli errori del serbo non sempre a suo agio con il piede sinistro), centrocampo ruvido e muscolare ma dai piedi di piombo con Allan, Badu e Pinzi. Dopo il gol e dopo averne rischiati almeno altri tre Guidolin cambia assetto passando ad una difesa a 4 facendo uscire Naldo, per Fernandes, dopo neanche 30 minuti del primo tempo (come successe a Genova contro la Sampdoria quando sostituì Douglas sulla fascia). La squadra sembra più ordinata ma di tirare in porta non sembra averne le capacità. In realtà le occasioni le ha avute, ma nei primi minuti ha sciupato clamorosamente con Muriel, in seguito un tiro di Pinzi verrà respinto dal portiere avversario. Ma sono poca cosa, cominciano così i mugugni dello stadio. Nel secondo tempo per fortuna l’Atalanta tira i remi in barca e non riesce ad uscire efficacemente dalla propria area così dopo un cambio, Lopez per Muriel dopo qualche minuto della ripresa si arriva a creare qualcosa di più. L’uruguaiano, che in settimana si era lamentato del minutaggio risicato riservatogli da Guidolin, dimostra di essere cosciente delle sue capacità e di saperle sfruttare bene. Da un suo tiro la ribattuta e il conseguente fallo da rigore su Di Natale. Il capitano segna e manda baci alla tribuna. La partita ha poco da aggiungere. Il punto sta bene ad entrambe. ma ha dato segnali più positivi ai bergamaschi sul piano del gioco rispetto ai bianconeri che possono considerare positivo l’essere riusciti a raddrizzare la partita, impresa riuscita poche volte quest’anno.

Soffermandosi dunque sul concetto di tifo verrebbe da chiedere cosa si intenda. A Udine non ci sono contestazioni paragonabili a motorini lanciati in curva, seggiolini bruciati, striscioni contro il presidente, assalti ai giocatori, consegna di maglie, blocco del traffico, scontri con la polizia etc. A Udine non ci sono nemmeno entusiasmanti coreografie, cori coinvolgenti o esultanze scatenate. Qual è dunque il ruolo del tifoso? Cosa vuol dire incitare la propria squadra?

Si può ancora guardare una partita di calcio ed apprezzarne le sfumature strettamente tecnico sportive o dobbiamo “simulare” anche sugli spalti? Non c’è già abbastanza finzione in campo? Diciamocelo: lo spettatore di Udine è poco Ultras, ama guardar la partita e commentarla con il vicino. Come succede in molti stadi la maggioranza del pubblico assiste a qualcosa che commenterà per la settimana a venire, apprezzamenti e mugugni accompagnano la visione della partita. Gli Ultras di Udine non sono in numero tale da poter coprire tali lamentele. La critica societaria quindi sembra mal posta, ben inteso che qualche brontolone di troppo allo Stadio Friuli probabilmente c’è, quando si esprime un giudizio così forte bisognerebbe tener conto di tanti fattori. La storia ad esempio. Il tifoso Udinese riarmato di orgoglio dall’era Guidolin ha fame di vittorie e di successi, essere sempre ridimensionato in questo momento storico ha oggettivamente stufato. Poi andrebbe ricordata la storia recente, fra i primi articoli scritti in questa rubrica ho commentato l’ennesima uscita ai preliminari di Europa League, dopo il tremendo 1-3 dell’andata allo stadio triestino che ospitava la partita solo applausi e incitamento dalle migliaia di tifosi. Non bisogna nemmeno dimenticare le centinaia presenti a Liberec per il ritorno.

Insomma quello che si chiede una bella fetta di pubblico friulano è: cosa vuol dire essere tifoso per la famiglia Pozzo? Mi permetto di aggiungere che la discreta, a volte troppo, presenza degli spettatori sugli spalti è anche a detta di molti ex bianconeri la grande forza della piazza di Udine. Il tempo, la pazienza, la mancanza di animosità o di esasperazione permette ai giocatori di maturare con calma, permette ai tanti ragazzi che calcano i campi friulani di non venir bruciati subito. Sarebbe il caso dunque di placare queste sterili polemiche sul tifo e tornare a lavorare per capire cosa non sta funzionando quest’anno. Infine diamo un po’ di numeri, con la panchina numero 173 Guidolin raggiunge un traguardo record a Udine e anche l’altro terribile “vecchietto” Di Natale con il gol numero 184 in serie A, raggiunge Batistuta, a portata di mano ora ci sono Del Piero e Signori.