In una annata alla deriva non si può che non usare la metafora delle onde. Fra una partita e l’altra l’Udinese sembra essere in balia della forza del mare. A volte affoga, altre riesce con forza a respirare. Indubbiamente la vittoria contro i rossoneri ha lasciato il sorriso stampato sui volti bianconeri. Primo perché è l’ennesimo “scalpo” di una grande, specialità dei friulani, secondo perché la zona retrocessione fa veramente paura, soprattutto per chi non frequenta categorie minori da decenni. La partita appare subito molto aperta, le occasioni si succedono con un ritmo incalzante e piuttosto gradevole. Le tante interruzioni arbitrali denotano anche parecchia tensione agonistica, niente cattiveria, solo tanta paura di perdere. Il Milan si aggiudica ai punti il primo tempo, soprattutto per alcune occasioni solari sprecate da Pazzini e Zapata dopo qualche uscita non proprio precisa del portierino Scuffet. Ma i bianconeri non sono rimasti certo a guardare: Di Natale e compagni hanno avuto diverse occasioni, un buon Abbiati si è opposto. Il secondo tempo invece ha visto una Udinese, guidata dal vice Bortoluzzi con Guidolin in panchina febbricitante, molto più determinata, con buone trame di gioco, in velocità, concentrata in difesa, cattiva a centrocampo e positiva in attacco con Pereyra e Fernandes pronti a servire il capitano. E proprio da una palla rubata a centrocampo riparte Fernandes che supera agilmente la mediana rossonera, scambia magistralmente con Pereyra saltando anche i difensori per poi suggerire a Di Natale solo davanti ad Abbiati in una azione degna di nota. Gol numero 185, nono in campionato e tanta voglia di fare ancora bene per sé e per il suo pubblico per il Capitano e bandiera storica dei friulani. Il tentativo milanista appare ormai privo di iniziativa e voglia, legittimano i giocatori bianconeri sfiorando il raddoppio. Anche l’ingresso di Balotelli (precedente al gol) non porta risultati. Al fischio finale di Russo sono tutti contenti: i tifosi, i giocatori, il capitano, Pozzo (criticato in settimana per la scelta del ritiro), Guidolin stesso è apparso più disteso. Ora la domanda che si è posto Pozzo è la stessa di molti addetti ai lavori: come mai questi alti e bassi? C’è chi ha dato la colpa a una forma atletica, chi al tecnico per la gestione dei giocatori ma soprattutto delle loro capacità, chi ai giocatori stessi. I conti però si fanno e si faranno alla fine. Difficile che Guidolin rimanga l’anno prossimo, ma guardando all’immediato presente i tifosi più che altro si chiedono: quanta altra acqua salata dovremo assaggiare quest’anno? Si sa che a Udine bere acqua non va molto di moda, salata poi è ancor meno appetibile. Una sconfitta con la Roma è preventivabile e non creerebbe chissà quali traumi, ma rivedere in campo voglia e grinta viste con il Milan sarebbe un bel premio per chi ama i colori bianconeri e che ha già patito troppo, sportivamente parlando, in questa annata