Altro passo indietro: nel gioco, nella determinazione, nel risultato. Avere ancora sette punti di vantaggio sulla terzultima non deve consolare nessuno. La situazione è grigia, obiettivamente il calcio espresso è di livello bassissimo, soprattutto in difesa e a centrocampo. Il morale è basso, dice Pinzi a fine gara: difficile dargli torto. Non conoscessimo la maniacalità e la professionalità che contraddistingue il lavoro di Guidolin verrebbe quasi da pensare che questi giocatori non si allenino insieme in settimana. Adesso basta scuse, sta per cominciare una serie di partite ad alto tasso di difficoltà, non si può rischiare. Domenica è stata una ennesima riproposizione del 3-5-1-1 con Naldo al posto di Domizzi (altra partita negativa per il brasiliano), si rivede in fascia Silva ma i risultati non sono positivi, le due settimane a riposo a meditare in panchina hanno involuto il giocatore, dal punto di vista tecnico e psicologico, difficile dargli torto visto che a superarlo nella gerarchia è stato un destro come Basta abituato da anni a giocare sulla fascia opposta. Di Natale è affiancato da Fernandes nel consueto balletto dei trequartisti. Il capitano non ha giocato male ma ha mancato più volte l’appuntamento col gol, il portoghese invece ha corso parecchio, ha cercato di giocare con i compagni ma è stato poco incisivo. Nemmeno la carta Nico Lopez questa volta è riuscita a cambiar la partita. Il copione è lo stesso visto con il Verona a gennaio: poco Cagliari, tanta Udinese, ma assolutamente poco concreta. E come contro il Verona basta un uomo solo (quella volta fu Toni) a mettere in difficoltà tutta la retroguardia. In questo caso un ispirato Ibarbo, uno degli attaccanti più affascinanti della Serie A ma anche uno dei meno concreti, domenica ha scherzato con i bianconeri. Nel momento del primo gol è marcato in teoria da due uomini, ma riesce a rubare tempo, spazio e segnare indisturbato. Di Natale purtroppo non riesce ad essere altrettanto determinante, ha molte occasioni grazie agli inserimenti dei compagni ma il tutto è vanificato dall’imprecisione e dalla sua perenne condizione di fuorigioco. È da molti anni un attaccante che gioca in linea con i difensori, quest’anno è da record per quante volte ha costretto i guardalinee ad alzare la bandierina. L’arrembaggio friulano è privo di cattiveria, solo tanta foga e alla seconda occasione per i sardi una disattenzione di Basta, che perde la marcatura sul suo uomo, costa cara. Il terzo gol poi è il più classico dei contropiedi.
La notizia di giornata è che l’arbitro Valeri, parecchio contestato in passato dalla dirigenza e dai tifosi friulani per molte gare dirette in maniera imbarazzante, ha diretto molto bene, l’unico errore non è nemmeno suo probabilmente, non c’è la punizione (né tantomeno il cartellino giallo) fischiata a Danilo da cui nascerà il secondo gol, ma è il guardalinee a segnalarlo in maniera esagerata. Ora è previsto un ritiro per quei pochi che sono rimasti in Italia e non sono stati convocati in nazionale, una chiave di lettura potrebbe anche essere proprio la presenza di tanti giocatori nella propria nazionale: anche quattro anni fa, nell’anno dei Mondiali, quando in panchina c’era Marino, l’Udinese visse una delle annate più brutte della gestione Pozzo salvandosi matematicamente nelle ultime partite di campionato. Le prossime partite sono di fuoco, ma obiettivamente l’impressione è che nell’immediato bisogna fare risultato soprattutto contro Sassuolo e Catania per non rimanere scottati in questo campionato deludente.