Era giusto così, era difficile immaginarsi di terminare in bellezza un campionato iniziato male e continuato in maniera tiepida. Ma almeno l’orgoglio dimostrato in queste ultime due partite ha svelato anche capacità di reazione e determinazione che si son viste raramente quest’anno. Poi c’era da scalzare il pregiudizio dei tifosi, relativo alle capacità dei giocatori, oppure circa l’incapacità di cambiare modulo di Guidolin. E diciamo che almeno si son visti segni di risveglio e di distensione. A Verona sotto di due gol c’è stata una bella reazione che ha portato ad un pareggio sofferto ma meritato. Chi poi era presente allo stadio Friuli contro la Sampdoria in quest’ultima giornata avrà anche brontolato per le amnesie difensive ma si è anche spellato le mani per applaudire il capitano autore di una tripletta. E questi impulsi d’orgoglio e di determinazione hanno compensato ancora una volta pesanti distrazioni difensive che vedono in un problema tattico l’origine. Personalmente condivido l’analisi di Mister Giacomini (clicca qui per leggere l’intervista esclusiva) che vede nel centrocampo l’indiziato principale delle difficoltà dell’Udinese di quest’anno. Certo, i giocatori li manda in campo l’allenatore, ma sono convinto che oltre le responsabilità di Guidolin, più volte da me citate, ci sia anche una carenza tecnica negli interpreti oltre che una sbagliata interpretazione dei moduli proposti.

Ma se in ogni annata ci sono dati imprevedibili, dati statistici altalenanti, a Udine son dieci anni che su almeno una cosa si può star certi come del fatto che dopo la notte risorga il giorno. E questa certezza si chiama Antonio Di Natale. Una prodezza quella contro il Verona, che ha riaperto la partita, una perla la punizione del pareggio contro la Sampdoria, una chicca il secondo gol su assist di Pereyra, un colpo di fortuna ma realizzato con precisione chirurgica il terzo. Se contro il Livorno Totò ha segnato la sua prima doppietta dell’anno, contro i blucerchiati ha realizzato la sua prima tripletta tanto per non farsi mancare nulla in quest’annata di stenti. Ha fatto indubbiamente fatica nella prima parte della stagione, molti pensano ora a una preparazione mirata al Mondiale che però ha pregiudicato le prime partite. Io credo che la sua fame di gol a volte risulti un po’ indigesta e in fase realizzativa questa cosa pesi, anche perché su Totò ruota l’intera squadra, nessuno ha reso come doveva. Sono 13 i gol nel girone di ritorno, 17 gol in campionato, 20 stagionali comprese le coppe. A 37 anni sono numeri impressionanti, e dopo la gioia del piccolo napoletano contro la Sampdoria arriva ieri anche la soddisfazione dei tifosi dopo l’annuncio che rimarrà un altro anno. Ha salutato alla grande il suo pubblico sabato e lo ha fatto con il sorriso sulle labbra dopo l’ottima prestazione, e già in serata le sensazioni davano segnali di un suo ripensamento dopo le dichiarazioni funeree di gennaio dopo l’ennesima sconfitta.

Da cosa ripartire per l’anno prossimo? Dipenderà da un’altro dubbio da dissipare. Cosa vuol fare Guidolin? Se rimanesse in società come direttore tecnico è molto probabile l’avanzamento di uno dei suoi collaboratori: Bortoluzzi molto probabilmente. Se rimanesse come allenatore si creerebbe uno scenario particolare relativo al mercato in uscita perché su alcuni giocatori ha lasciato il segno nel morale. Muriel e Lopez su tutti. Brkic e Maicosuel sono sicuri partenti, ma a ragionare bene la rivoluzione in casa Udinese potrebbe avere dell’incredibile. Oltre a questi quattro giocatori, chi potrebbe partire sono Pereyra, Basta, Silva e Danilo che hanno esaurito il loro ciclo a Udine. Chi si spera di trattenere è l’uruguayano. Gli altri se sono scarichi di motivazioni possono anche partire con anche l’approvazione dei tifosi.

Da rinforzare assolutamente il reparto di centrocampo e, sperando di non vedere ancora una squadra dipendere solo da Di Natale, anche l’attacco va rinforzato. Quello che non la gente non sa è che molti acquisti sono già stati approntati. I nomi sono molti e non tutti sono sicuri di accasarsi a Udine, l’alternativa sono Granada (salva anche quest’anno nella Liga) e ilWatford guidato, dopo le dimissioni di Zola, da Sannino che però ha fallito l’aggancio ai play off per l’accesso in Premier League. Adesso inizia il campionato più duro per la famiglia Pozzo. Ripartire dalle ceneri di una grande Udinese che quest’anno ha bruciato molte occasioni a cominciare dall’ennesimo preliminare fallito fino alla finale di Coppa Italia mancata per un soffio.

Intanto oltre al verdetto di Guidolin relativo alla sua presenza sarà interessante anche vedere come si impegneranno e come si valorizzeranno i giocatori della famiglia Pozzo presenti al Mondiale in Brasile, la più grande vetrina in chiave calciomercato. Il via alle danze è già stato dato, ma quest’anno non peseranno più di tanto le cessioni, saranno molto interessanti gli acquisti per convincere il pubblico a riaffezionarsi dopo un anno così difficile, interessanti e fondamentali per la certezza di salvarsi ancora e di fare qualcosa di imprevedibile e grande.