Ecco che la casella vuota dell’allenatore è stata finalmente spuntata. La prima incognita estiva è stata risolta, a sedere sulla panchina friulana sarà Andrea Stramaccioni. Ebbene si, la nemesi anagrafica della stagione 2012/2013 di Francesco Guidolin, il vecchio e il bambino per citare Guccini. Ma non me ne voglia il nuovo Mister, di bambino ha ben poco. Anzi, al pari del portierino friulano, rivelazione dell’anno, Stramaccioni appare piuttosto navigato nei suoi nuovi panni e ne sembra proprio entusiasta.
Poche parole nella sua prima conferenza, è ancora presto per lasciare un impronta, diciamo che oggi è stato dato un saluto. Mi permetto di sottolineare alcuni passaggi della sua conferenza di oggi nella pancia dello stadio friuli. Anzitutto si ha la conferma che è stato proprio voluto e scelto quando dice che non è stata una contrattazione dell’ultimo periodo, ed in effetti vien da credergli che non si senta un ripiego, lo è stato all’Inter ad essere onesti quando subentrò a Ranieri due anni fa, non lo è oggi quando viene scelto da una società come l’Udinese ormai riconosciuta a livello europeo e certezza duratura del nostro campionato. È bravo a non lasciarsi incastrare da domande scomode sui moduli, sulla rosa e soprattutto su Guidolin per il quale ha solo parole di rispetto.
Sarà piaciuto ai tifosi friulani quando ha accennato alla loro competenza più che ad un’animosità tipica del tifo di Roma a Milano? A me è piaciuto. L’ho sempre sostenuto e lo ribadisco, il tifoso friulano quando applaude e quando fischia non recita una parte, ma sostiene un pensiero. E l’Udinese che piace ai friulani è quella degli sgambetti alle big, che gioca facendo divertire, è quella delle giovani leve che sanno stupire e perchè no…quella dei Di Natale, Pinzi e Domizzi, vecchie rocce che han capito che il calcio ha ancora bisogno di cuore ed esperienza. E chissà che i due laziali bianconeri non aiutino Stramaccioni ad ambientarsi ancora meglio.
Altro passaggio interessante è quando il nuovo allenatore dice di sapere dove è arrivato, che tradotto per chi conosce poco l’Udinese vuol dire:
“So che la rosa non la faccio io, so che devo adattarmi ad usare i giovani che passeranno di qui, ma questo non mi spaventa e anzi mi piace”. Si perchè Stramaccioni con i giovani sembra a suo agio, ha parlato anche di una visione particolare che il tecnico della prima squadra deve avere della Primavera. Insomma ha già lasciato un buon sapore sulle bocche un po’ inacidite del pubblico bianconero dopo una stagione difficile. Che questo segnale, unito alla presenza di Dejan Stankovic, altra novità che ha stupito e sorpreso positivamente tutto l’ambiente, unito ad un mercato oculato (che deve ancora accendersi) e alla costruzione del nuovo stadio siano un nuovo inizio?
Che sia un inizio nuovo lo si sapeva già da quando Guidolin ha scelto di accettare la proposta dei Pozzo. Il supervisore tecnico saprà vestire i suoi nuovi panni senza ingombrare troppo? Saprà farsi accettare sia dallo staff di Stramaccioni sia dalla società stessa? L’impressione avuta nel momento dei saluti è che fosse una promozione per togliersi il brutto compito di doverlo esonerare prematuramente. Complimenti quindi all’Udinese e a Guidolin che hanno aggirato elegantemente l’ostacolo dando ancora una volta una buona immagine della società. Complimenti inoltre ai Pozzo per la scelta del nuovo allenatore. È una scommessa, ma è una scommessa che si basa su due criteri a mio parere giusti: la valorizzazione dei giovani e l’entusiasmo da ritrovare. In bocca al lupo e buon lavoro, l’appuntamento ora è per il ritiro.