Durante l’estate i tifosi hanno apprezzato la scelta di Stramaccioni di non snaturare l’impianto tattico creato da Guidolin nel corso dei suoi quattro anni di permanenza a Udine. Stiamo parlando naturalmente di quel tanto caro al tecnico di Castelfranco Veneto, dogma fisso delle ultime stagioni, talmente sacro da immolare sul suo altare molti giocatori (Torje, Maicosuel, Floro Flores, Muriel per citarne alcuni) alla ricerca di quel Sanchez che incarnò alla grande il trequartista moderno. Ora Stramaccioni sembra però già arrivato a quel bivio che ha reso la vita così difficile al suo predecessore l’anno passato. La scelta conservatrice infatti è stata apprezzata soprattutto perchè denotava umiltà e quel pizzico di sicurezza tipica della “strada già percorsa” che non guasta, ma dopo il primo tempo con la Juventus, rivisti gli orrori della scorsa stagione il popolo bianconero non può che sperare che Stramaccioni cambi qualcosa. Contro l’Empoli nella prima di campionato la difesa ha retto l’urto ed ha permesso alla squadra di replicare grazie agli spazi lasciati dai toscani soprattutto nel secondo tempo grazie anche a qualche loro errore. In sintesi due gol per Di Natale e una buona prestazione in generale della squadra. Apprezzabile l’utilizzo di Badu su Valdifiori a bloccare sul nascere i lanci per gli attaccanti, molto positiva la prima partita ufficiale di Karnezis, portiere nazionale greco che insieme a Guilherme ha esordito fra i titolari, positivo anche l’apporto di Muriel soprattutto come rifinitore. Nella seconda giornata sempre il portiere bianconero risulta essere il migliore in campo con la Juve ma questo non può essere un buon segnale, la prima frazione di gioco è infatti stata regalata come già visto la scorsa stagione. Solo nel secondo tempo con la sostituzione di Muriel, dopo una prestazione non all’altezza delle aspettative, si è visto un gioco apprezzabile da parte della squadra friulana schierata con due trequartisti, Bruno Fernandes (al posto del colombiano) e Konè avanzato dalla linea di centrocampo. Altre indicazioni arrivate, dalla partita con i campioni d’Italia, sono state anzitutto relative al portiere: affidabile in porta e molto coinvolto nel gioco della squadra. In negativo la difesa ha dimostrato ancora troppe incertezze, a mio modo di vedere molto psicologiche dopo un’annata storta come quella dell’anno scorso. Dal centrocampo miglioramenti sensibili ma ancora la tendenza ad arretrare troppo separando troppo i reparti e isolando gli attaccanti. Buona la prestazione di Konè alla prima da titolare soprattutto per la grinta dimostrata e la voglia di essere protagonista, ma è ancora da rodare il feeling con la squadra con cui ha trovato pochi scambi di gioco efficaci. Qualcuno ha parlato dell’ennesima pesante bocciatura per Muriel, a parole non è così per Stramaccioni ma di fatto se non si cambia modulo è ormai difficile giustificare una sua compresenza in campo con Di Natale. I cambiamenti auspicati potrebbero già vedersi domenica in campo a Udine contro il Napoli, altra squadra in difficoltà dal punto di vista dell’identità anche se dal punto di vista opposto: gli azzurri che cercano di ritrovare il gioco dell’anno scorso, i bianconeri che cercano di scordarlo. Stramaccioni è già ad un bivio, i punti di domanda sono molti, ma la scommessa della famiglia Pozzo nei suoi confronti ha ancora molto tempo per essere vinta. Sarà probabilmente una difesa a quattro quella che accoglierà i partenopei, gli interpreti dovrebbero essere praticamente quelli del secondo tempo a Torino: Karnezis, Widmer, Hertaux, Danilo, Pasquale (o Piris), Allan, Guilherme, Badu (o Pinzi), Konè, Fernandes e Di Natale. L’ombra di Guidolin incombe, non tanto per un suo possibile ritorno ma per l’inevitabile confronto per Stramaccioni con uno degli allenatori più vincenti ad Udine. Interessante notare che anche nelle dichiarazioni pre gara ricorda il suo predecessore in maniera imprevista e imprevedibile. Rispetto, umiltà, furbizia, paura, realismo, tutte caratteristiche che potrebbero aver condizionato questo inizio per il nuovo tecnico, ma ora Udine a gran voce chiede solo due cose: gioco ed identità. Alla coppia Stramaccioni-Stankovic ora è affidata una risposta. In bocca al lupo.