La tradizione calcistica bianconera non sarà ricca di trofei ma c’è una cosa che ha sempre reso orgogliosi i suoi tifosi: gli scalpi. Il concetto di scalpo a Udine, come in altre realtà calcistiche italiane, è quando riesci, nella tua posizione di indiano provinciale, a “strappare” punti allo yankee di città. I friulani si trovano nel bel mezzo di una serie di partite che assomigliano molto a uno scontro fra pellerossa e giacche blu. Ed in effetti se non son blu come la maglia da trasferta della Juventus son azzurre come quelle di Napoli e Lazio. Contro queste ultime sarà difficile spuntarla. La spinta per il secondo ed il terzo posto comincia a farsi pressante, e rimanere schiacciati in queste manovre di avvicinamento è un rischio non trascurabile per Stramaccioni che ha però cominciato bene la sua prima battaglia. Rimanendo in tema old wild west, non si potrà parlare di scalpo juventino ma sicuramente l’aver domato la squadra di Allegri (pareggio a reti inviolate) è paragonabile come esperienza al rimanere in sella ad un cavallo selvaggio. Non potrebbe essere altrimenti quando nel tuo stadio viene a trovarti la prima della classe, Juventus orfana di qualche pedina ma che non puó lamentare le stesse defezioni di Stramaccioni. Continua così il passo di maturazione dei friulani che, dopo la vittoria di carattere di Empoli, mostrano di non temere nessuno. Non è presunzione, ma la coscienza nelle proprie capacità che comincia a prendere piede. Da segnalare la grande prova di due giocatori friulani in particolare. Il primo ha avuto il compito non semplice di contenere il francese Pogba, a mio parere il talento più brillante del panorama italiano, uno strapotere fisico, tattico e tecnico che sta imponendosi sull’esperienza di giocatori molto più navigati di lui. Non è riuscito però ad imporsi su Allan. Aggressività, istintività, riflessi e un talento unico nel rubare palloni, queste le caratteristiche del brasiliano che, unite a una ottima capacità di dribbling e di difesa del pallone lo stanno mettendo in luce fra i migliori del suo ruolo. L’altro giocatore friulano è Piris che é riuscito a contenere l’Apache Tevez, l’indiano unitosi agli Yankee di Torino non ha avuto vita facile domenica scorsa. Le sue occasioni le ha avute, due in particolare, ma la concentrazione delle difesa friulana, e di Piris in particolare, è stata decisiva. Ad essere onesti, ed Allegri e Chiellini lo sono stati, da Udine la Juventus torna a casa ben felice di aver mantenuto lo scalpo in testa, perché la partita è stata tutt’altro che difensiva, le ripartenze bianconere hanno portato per almeno due volte i friulani davanti a Buffon senza peró riuscire ad averne ragione. Ed ecco quello che il popolo friulano si attende dai suoi: concentrazione, aggressività, carattere impavido. Tutti i tifosi, direte voi, si attendono questo dalla propria squadra. E avete ragione, ma la rassegnazione davanti alle cosiddette “big” non fa parte dello spirito friulano, ed è molto più facile vedere grinta ed orgoglio in partite date per perse che in quelle più semplici da gestire. Oggi a Napoli non sarà facile, ma l’assenza di Di Natale di certo responsabilizzerà ancora di più i suoi compagni che avranno il compito di cancellare l’ingiusta sconfitta in Coppa Italia (persa ai rigori e contestata dal punto di vista arbitrale) o quanto meno di mantener alto l’onore per una battaglia combattuta con orgoglio.