Cos’è successo dopo la “sfuriata” di Blanco sul palco del Festival di Sanremo 2023, nella quale il cantante ha preso a calci le rose della scenografia, distrutta anche con le mani? La ricostruzione dell’episodio giunge direttamente dalle colonne del quotidiano “La Repubblica”, secondo cui Riccardo Fabbriconi (questo il vero nome dell’artista) avrebbe lasciato l’Ariston dall’uscita sul retro, “protetto e blindato da famiglia e staff per tutto il giorno”. Poi, alle 4.30, è arrivato il post su Instagram, seguito in mattinata dalla spiegazione dell’accaduto da parte di Amadeus.

Ma perché Blanco non ha interrotto la band, quando si è accorto di avere problemi con l’auricolare? Sempre secondo “La Repubblica”, perché “era un’esecuzione half playback, cioè lui stava cantando davvero mentre i musicisti facevano finta e il trucco non andava svelato. Pareva brutto, avrà pensato lì per lì mentre gli saliva il panico, far vedere che si stoppava la musica e gli altri continuavano a suonare”. Ma non è tutto…

BLANCO, COS’È SUCCESSO: “L’AUTOTUNE…”

Secondo altre voci di corridoio, si legge su “La Repubblica”, inoltre Blanco non avrebbe continuato a cantare “ignorando il blocco dei suoi auricolari – proprio suoi, nel senso che, come ogni artista, se li era portati da casa, non erano della Rai – perché, tipo airbag, si sarebbe attivato l’autotune, cioè quella sorta di photoshop della voce che evita le stecche: alcuni cantanti lo vogliono, altri come lui no. Insomma, tecnicamente non c’erano vie d’uscita possibili. E allora Blanco s’è dato al giardinaggio in diretta”.

Insomma, non era tutto scritto sul copione, come in molti hanno ipotizzato. Era previsto, sì, che Blanco tirasse due calci a una rosa e si sdraiasse nell’aiuola, ma la situazione gli è sfuggita di mano. Ancora “La Repubblica”: “Testimoni diretti dell’incidente garantiscono la disperazione autentica dietro le quinte dell’Ariston della delegazione Universal, la casa discografica. E un Blanco contrito e confuso mandato subito a scusarsi nei camerini con autori e conduttori”.