Gian Carlo Blangiardo, ex presidente dell’Istat, ha rilasciato un’intervista per La Verità parlando del crollo della natalità che si registra tanto in Italia, quanto all’estero. Spiega, infatti, che “nel 2008 i neonati erano 577mila e nel 2022 sono scesi a 393mila. Nei primi sei mesi di quest’anno già si registra un calo dell’1,9%, rispetto allo stesso periodo del 2022. Tutto lascia prevedere che a fine anno dovremmo prender atto dell’ennesimo record al ribasso”.



Dietro al crollo della natalità secondo Blangiardo ci sono “una molteplicità di cause. Materiali come la precarietà del lavoro, i bassi salari, la difficoltà ad acquistare o a prendere in affitto una casa e il costo anche dei figli”, ma anche “una diversa visione della vita” che porta i giovani a considerare la prospettiva familiare ma non più come “una priorità”. Spiega che “una volta il modello era la famiglia, oggi la priorità è di far rientrare l’investimento che è stato fatto negli anni per l’istruzione”, con l’effetto, secondo Blangiardo di spostare in avanti nel tempo l’obiettivo di costruire una famiglia, “attesa [che] si trasforma in un accantonamento definitivo del progetto genitorialità” anche per la fisiologica diminuzione “della capacità riproduttiva”.



Blangiardo: “Per la crisi della natalità l’immigrazione non è una soluzione”

Insomma, secondo Blangiardo uno dei fattori principali dietro al calo della natalità è “la caduta dell’orientamento culturale” che metteva al centro della vita sociale la famiglia. Inoltre, “nel corso degli ultimi decenni abbiamo assistito a profonde trasformazioni di tipo sociale e normativo“, come le modifiche “al diritto di famiglia” oppure anche “il diverso ruolo della donna nel mercato del lavoro”, che hanno “generato nei giovani una diversa visione della vita, della coppia e della famiglia”.



A conti fatti, secondo Blangiardo le numerose modifiche culturali, sociali ed economiche hanno finito per indebolire la famiglia, visione che “una società che invecchia non si può permettere”. Non ritiene, però, neppure che il calo demografico si possa risolvere per “magia” grazie all’immigrazione, perché “non funziona. Gli stranieri nel tempo hanno ridotto la loro fecondità perché si trovano a dover far fronte agli stessi problemi dei residenti“. Secondo Blangiardo, va considerato che “quando si va in un Paese con condizioni diverse, si tende a fare meno figli”, oltre al fatto che “la natalità sta diminuendo in tutto il mondo”.