Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, ha commentato a Sky Tg24 quanto evidenziato nel Rapporto annuale 2022, partendo da quel processo di ripresa che si è fermato. «Eravamo sulla strada giusta, stavamo rialzando la testa, poi è arrivata una nuova tegola. Questo non vuol dire che siamo tornati alla situazione precedente, ma alcune conquiste non hanno potuto continuare lungo la stessa direzione. Pensiamo all’aumento del Pil, ovviamente sarà più contenuto». Blangiardo si è soffermato anche sul lavoro. «L’occupazione ha recuperato, ma è la qualità del lavoro che è cambiata. C’è più lavoro a tempo determinato, più part time involontario. Quelle categorie, come donne e giovani, che erano riuscite a recuperare, rimangono in una posizione disagiata per quanto riguarda l’inserimento nel lavoro».



E poi c’è l’inflazione alimentata dalla guerra in Ucraina: «Riduce il potere di acquisto, ancor di più per i più deboli. Nel loro paniere i beni che sono aumentati hanno un peso più consistente; quindi, paradossalmente patiscono di più l’effetto dell’inflazione i più poveri». Tutti questi sono segnali, «allarmi che si accendono, di cui tener conto». Ma Blangiardo si è soffermato anche sul tema del salario minimo: «Ci sono grandi categorie di soggetti che lavorano a retribuzione decisamente bassa, questo ha una serie di effetti. Più che fissare soglie standard minime, si deve valorizzare il lavoro, dare il giusto salario. Dove c’è capacità a contribuire in maniera adeguata, deve esserci una retribuzione altrettanto adeguata. Bisognerebbe restituire al mercato del lavoro maggiore possibilità di valutare il contributo dei lavoratori e valorizzarli».



BLANGIARDO SU SALARIO MINIMO, RDC E DEMOGRAFIA

Ma come si può valutare quale sia il giusto compenso? «A livello individuale lo può fare il datore di lavoro. Dal punto di vista macro, l’operazione è aritmetica. Sulla base della torta complessiva e delle ore di lavoro per produrla, si stabilisce il rendimento medio, poi si fanno dei confronti. Avere una maggiore libertà d’azione rispetto ai vincoli per premiare coloro che svolgono l’attività potrebbe diventare un incentivo», ha spiegato Gian Carlo Blangiardo a Sky Tg24. Tornando al Rapporto annuale 2022 dell’Istat, viene certificata la caduta del potere d’acquisto. «Ci sono ovviamente possibilità di intervenire per questa situazione contingente. Scala mobile? Ci sono conseguenze da valutare per evitare contraccolpi negativi». Di fatto, si registra «un forte aumento del livello di povertà. Quando andiamo a misurare la povertà, ci rendiamo conto che le famiglie povere sono quelle che hanno più figli».



Gian Carlo Blangiardo ha parlato anche del reddito di cittadinanza: «Aver distribuito risorse in certe condizioni in qualche modo hanno alleviato la situazione. Non c’è una perfetta sovrapposizione tra chi è povero e chi ha ricevuto tale sussidio, ma il dato statistico dimostra il risultato, ma questo in funzione del costo va valutato e noi non ce ne occupiamo». Difficile è anche la situazione a livello demografico. «C’è stata un’illusione a fine 2021. Sembrava ci fosse un segnale di tenuta, poi all’inizio del 2022 siamo stati smentiti. Alla fine dell’anno non arriveremo a raggiungere i 400mila nati dell’anno scorso. Ci sono stati anche meno matrimoni. La sensazione è che ci sia una fase di attesa. La situazione può diventare drammatica se continua così, possiamo lavorare sulla natalità e sulla valorizzazione della popolazione meno giovane. Potremmo arrivare a nuovi equilibri», ha concluso Blangiardo.