Gian Carlo Blangiardo, demografo e presidente dell’Istat, è stato ospitato nella trasmissione Quarta Repubblica, dove ha cercato di capire se la questione della “sostituzione etnica” lanciata da Lollobrigida, oltre al fervore politico e sociale, possa essere in qualche modo veritiero. Già lo scorso febbraio, infatti, il demografo parlando con il New York Times aveva lanciato l’allarme sul fatto che l’Italia sarebbe stata destinata a scomparire.
Oggi, però, Gian Carlo Blangiardo frena rispetto a quella dichiarazione sostenendo che “dirlo, significa esasperare eccessivamente la situazione. Che sia in corso un cambiamento è un dato di fatto, e vuole dire che da qualche tempo a questa parte la popolazione italiana sembra destinata a decrescere. Siamo 59 milioni e si prevede, secondo l’Istat, che nel 2070 scenderemo a circa 49milioni, e perdiamo popolazione in età lavorativa”. Per Blangiardo, però, “rimane evidente che la popolazione straniera è cresciuta molto. Siamo con 5 milioni e 50 mila residente stranieri, e abbaiamo circa 1 milione e mezzo di stranieri che hanno acquisito la cittadinanza. All’inizio del secolo era il 3% scarso”, spiega, “ed oggi siamo al 9%, ed è evidente che c’è stata una forte crescita”.
Gian Carlo Blangiardo sulla denatalità
Complessivamente, Gian Carlo Blangiardo spiega che “la componente straniera nel nostro paese deve avere la possibilità e la capacità di integrarsi [ma] non si possono integrare quantità eccessive di popolazione e bisogna che ci sia un equilibrio”. Andando oltre parla, poi, di natalità, spiegando che “il tasso degli stranieri era nel 2004 23 per mille, oggi è 11 per mille, abbastanza vicino a quello dei cittadini italiani, e questa non sarà la miracolosa soluzione che si vorrebbe proporre”.
“La tendenza della denatalità si inverte operando su più fronti”, spiega cercando delle soluzioni Gian Carlo Blangiardo. “Indubbiamente un’immigrazione governata e non subita, poi un rilancio della natalità. Nel 2022 abbiamo avuto 393 mila nati, e da sette anni facciamo il record del tasso più basso. Una cura esiste e dobbiamo muoverci verso quella direzione. È un mix tra tante cose e la terapia per curare la malattia è composta da diverse medicine”. Secondo Blangiardo, occorrerebbero “la conciliazione maternità e lavoro, i contributi economici, la possibilità di dare strutture per la cura dei bambini (asili), un clima culturale più vicino a chi fa figli.. Se tutte queste cose vengono conciliate consentono di invertire le tendenze”, come fatto per esempio “dalla provincia di Bolzano. Basta crederci”.