L’invecchiamento è reversibile, almeno nei blob. Questi organismi unicellulari, il cui nome scientifico è Physarum polycephalum, non possono essere assimilati né a un fungo né a un animale. Gli scienziati hanno già osservato alcune capacità straordinarie di questi organismi composti da una sola cellula e dunque privi di cervello, tra cui trovare la via più breve in un labirinto, anticipare gli eventi e perfino allungare la propria vita, rallentando il processo di invecchiamento.



Un team di ricercatori del CNRS di Tolosa (Haute-Garonna) ha pubblicato uno studio sulla rivista Philosophical Transactions of the Royal Society incentrato proprio sulle “tecniche” dei blob contro l’invecchiamento. In natura, i blob crescono e si riproducono prima di subire l’invecchiamento nell’arco di un mese. In laboratorio i ricercatori hanno impedito la loro riproduzione, un fatto che ha permesso ai blob di vivere più a lungo. Come si legge sul quotidiano francese Le Parisien, alcuni ceppi di blob in laboratorio hanno più di settant’anni. Il segreto? Sono in stato di quiescenza e, come spiega la ricercatrice Audrey Dussutour, “risvegliamo i blob solo quando solo quando ci servono per un esperimento, poi li rimettiamo a dormire. E sorprendentemente, durante questo ritorno all’attività, un blob anziano si muove si muove con la stessa velocità di uno giovane. Come se il sonno azzerasse i contatori”.



Blob possono invertire invecchiamento: che cosa hanno scoperto gli scienziati

Tra i sorprendenti risultati dello studio c’è un comportamento simile a quello dei vampiri tra i blob più vecchi e quelli più giovani. Per studiarlo è stato creato un ceppo particolare denominato Lu352, capace di raggiungere i due anni di età. A questo punto i ricercatori hanno fuso manualmente un organismo vecchio e uno giovane, dopodiché al termine del processo di fusione li hanno di nuovo separati. Ebbene, il blob più vecchio ha mostrato di aver riacquistato velocità, mentre quello più giovane ha manifestato una perdita di energia. Del resto, studi passati avevano già notato che i blob più vecchi avevano la tendenza a spostarsi in direzione di quelli più giovani.



Ma come hanno spiegato gli scienziati questo fatto? “Il più giovane potrebbe essere dotato di un macchinario molecolare per contrastare l’invecchiamento cellulare, che condividerebbe con il blob più vecchio – spiega Audrey Dussutour a le Parisien – Quest’ultimo, in cambio, condividerebbe lo stress con il blob più giovane”. Ora gli studiosi intendono scoprire quanto dura la nuova velocità acquisita dai blob più vecchi e capire quindi per quanto tempo l’invecchiamento è reversibile.