Sembra essere in dirittura di arrivo il parare del Tavolo tecnico interministeriale voluto dai ministri Orazio Schillaci ed Eugenia Roccella per decidere sul futuro della somministrazione dei bloccanti della pubertà – ovvero la ormai nota triptorelina – dopo il caos che si è generato attorno all’Ospedale Careggi di Firenze che rappresenta l’eccellenza italiana dal punto di vista del trattamento per la disforia di genere: un Tavolo tecnico che ha incluso 29 differenti membri riunitisi per la prima volta lo scorso maggio e che dal punto di vista dei bloccanti della pubertà sembrano essere grosso modo giunti al medesimo parere già pronunciato a dicembre dal Comitato nazionale di bioetica.
Partendo dal principio prima di arrivare alle – per ora presunte – novità, è bene ricordare che i bloccanti della pubertà sono una classe di farmaci che servono (appunto) ad impedire temporaneamente lo sviluppo puberale dei giovani adolescenti utilizzati in tutti quei casi in cui un minore presenti i segni della disforia di genere, oppure in abbinamento agli ormoni per gli adulti che scelgono di cambiare sesso.
Il caos era sorto dopo diverse interrogazioni parlamentari che ritenevano scorretto l’uso della triptorelina al Careggi di Firenze e gli ispettori del Ministero della Salute avevano trovato effettivamente delle criticità: in seguito all’ispezione alcuni dei vertici ospedalieri erano stati sollevati ed è stata prevista al contempo la presenza costante di uno psichiatra in struttura per valutare le eventuali procedure con i bloccanti della pubertà; mentre nel frattempo i trattamenti sono continuati ed hanno coinvolto altri due pazienti minorenni.
Il parere del Tavolo tecnico sui bloccanti della pubertà: “Ok all’uso della triptorelina, ma con maggiori controlli”
Venendo a noi, ancor prima di arrivare alle indiscrezioni sul Tavolo tecnico, è altrettanto utile ricordare che il Comitato etico che si è espresso a dicembre sull’uso dei bloccanti della pubertà aveva espresso una parere pienamente positivo, suggerendo al contempo di adottare una generale “cautela” nell’uso della triptorelina valutandolo “caso per caso” e solamente nell’ipotesi in cui gli “interventi psichiatrici e psicoterapeutici siano risultati inefficaci” a fronte del parere positivo di “unéquipe multidisciplinare”.
Tesi che grosso modo sembra voler abbracciare anche il Tavolo tecnico interministeriale, con un parere sui bloccanti della pubertà che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni e che è stato anticipato da alcune fonti sentite e citate da Repubblica: l’idea sembra essere quella di non vietarne l’uso appellandosi alle stesse cautele citate prima; unitamente – però – al suggerimento di attivare anche un sistema di controllo e monitoraggio sull’utilizzo e di redigere un registro nazionale sulle strutture che ne fanno uso e sui singoli casi.
La relazione dovrebbe essere pubblicata integralmente il prossimo aprile, ma nel frattempo l’indiscrezione di Repubblica ha raggiunto anche l’associazione Pro Vita e Famiglia con il portavoce Jacopo Coghe che ha chiesto che fino alla pubblicazione l’azione del Tavolo tecnico prosegua “senza interferenze e azioni di disturbo” per confermare la versione del Comitato di bioetica; riportando – ma non abbiamo trovato conferme in merito – peraltro che sia Orazio Schillaci che Eugenia Roccella avrebbero smentito la notizia di Repubblica definendola “destituita di ogni fondamento”.