L’assunzione di farmaci bloccanti della pubertà nel Regno Unito è raddoppiata nel corso dell’ultimo anno, rispetto al 2022 e al 2021, nonostante l’impegno promesso dal servizio sanitario nazionale di ridurne le prescrizioni. Questa tipologia di farmaci serve ad interrompere lo sviluppo degli ormoni tipici della pubertà e che sono associati ai mutamenti psichici e neurologici che causano scompensi nei giovani che si ritengono affetti da disforia di genere.



Secondo quanto riporta il quotidiano inglese Daily Mail, le prescrizioni dei bloccanti della pubertà negli ultimi 14 mesi, ovvero dall’introduzione delle limitazioni da parte del sistema sanitario nel luglio 2022 fino ad ottobre 2023, sono state circa 100, delle quali 83 nei primi 12 mesi ed ulteriori 17 negli ultimi due, il doppio del totale registrato sia nel 2021 che nel 2022. Dato, peraltro, che rappresenta solamente una stima dato che non tiene conto dei pazienti a cui sono stati prescritti privatamente, oppure dai medici di base. Inutile sottolineare che i principali assuntori di bloccanti della pubertà sono ragazzi e ragazze minorenni, mentre i casi limite sono rappresentati da alcuni pazienti 12enni.



Perché i bloccanti della pubertà sono limitati nel Regno Unito

Insomma, nel Regno Unito sono sempre di più le prescrizioni di bloccanti della pubertà, contrariamente alla raccomandazione del servizio sanitario nazionale di limitarle. Secondo quest’ultimo, infatti, in base ad un’analisi svolta dall’Independent Cass Review quei farmaci non avrebbero prove cliniche a sostegno dei loro benefici, ragione per cui la prescrizione deve essere fatta solamente all’interno di approfonditi studi clinici.

Secondo il dottor David Bell i bloccanti della pubertà hanno causato “danni considerevoli”, sottolineando che sussistono “serie preoccupazioni sulla mineralizzazione delle ossa e sugli effetti cognitivi a lungo termine”, come per esempio “lo sviluppo cerebrale compromesso e malattie cardiache a lungo termine”. Il rischio, secondo il medico, è che aumenti l’incidenza di “autismo, depressione, trauma familiare o sessuale”. Un altro esperto citato dal Daily Mail ritiene che i bloccanti della pubertà causino danni “irreversibili”, mentre il deputato Sajid Javid ha citato il rischio di “danneggiare altri bambini vulnerabili”. Infine, la dottoressa Hilary Cass ha spiegato che l’assunzione di quei farmaci potrebbe danneggiare permanentemente la maturazione cerebrale degli adolescenti.