Lo psicanalista Sarantis Thanopulos, anche presidente della Società psicanalitica italiana (Spi), ha parlato in un’intervista per La Verità della questione dei bloccanti della pubertà. Tema, questo, particolarmente chiaro a chi si oppone alle ideologie gender, ma anche a chi le supporta, anche se ovviamente in modo diametralmente opposto. Da un lato, infatti, i detrattori del metodo farmacologico per ‘combattere’ la disforia di genere, dall’altro invece chi lo ritiene un ‘salvavita’.
Facendo valere proprio le sue competenze, invece, Thanopulos sottolinea che l’uso dei bloccanti della pubertà “presume che così si da al preadolescente l tempo necessario per una sua configurazione identitaria più serena”. Il farmaco, ovvero la triptorelina, tuttavia, “comporta criticità importanti” anche perché nella realtà dei fatti “lo sviluppo puberale”, spiega, “è necessario alla configurazione dell’identità sessuale” e di conseguenza, usando i bloccanti per la pubertà “si blocca anche lo sviluppo identitario” e non è una caso, secondo Thanopulos, che “solo il 20% dei ragazzi disforici si confermato tali a pubertà ultimata”. Questa tecnica, insomma, “promuove a parole l’affermazione della soggettività, ma la trasforma in realtà in una procedura anonima, offrendo soluzioni identitarie costruite a tavolino”.
Thanopulos: “I bloccanti della pubertà sono un business”
Attorno ai bloccanti della pubertà, ma anche a transizioni e disforia, secondo Thanopulos, l’industria farmaceutica “si è creata un mercato enorme“. Mercato che, in quanto tale, non si “interessa delle reali condizioni di vita delle persone disforiche o transessuali, dei loro bisogno, dei loro desideri e delle loro relazioni. Le case farmaceutiche”, spiega senza mezzi termini, “fanno il bello e il cattivo tempo”, ma la conseguenza è che “la verità scientifica è a rischio“.
Alla base dell’uso dei bloccanti della pubertà, spiega ancora Thanopulos, c’è la cosiddetta fluidità di genere, che tuttavia non è una novità. “È sempre esistita”, spiega l’esperto, ed “è naturale nell’adolescenza. La fluidità di oggi esprime la paura di lasciarsi andare all’incontro con l’altro e la necessità di trattenerlo dentro, non lasciarlo vivere e desiderarlo fuori di sé. L’ideologia affermativa”, che vorrebbe una transizione libera per chiunque, “va di pari passo con la dissoluzione del legame con l’altro e della sessualità“. Differentemente, invece, conclude Thanopulos la disforia di genere che giustifica l’uso dei bloccanti della pubertà, altro non è che una sorta di megafono di “condizioni di natura diversa: angoscia psicotica, depressione, autismo, anoressia”.