I bambini si divertivano e poi sono arrivati i genitori, il divertimento è finito e i ragazzi si sono lamentati. Questa è la sensazione che mi rimane dopo l’intervento dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati su ChatGPT. Non vorrei dilungarmi troppo sulle ragioni che hanno spinto la nostra Autorità a intervenire perché in punta di diritto non fanno una grinza. Piuttosto vorrei scrivere di come si sono comportati i “bambini”.
Partiamo dagli utenti che, nella maggior parte dei casi, si sono lamentati delle ragioni per cui altri comportamenti, che presumibilmente ledono i diritti degli interessati, non sono sanzionati allo stesso modo. Atteggiamento infantile tipico. Arrivano i tuoi genitori, ti proibiscono di fare una cosa e tu rispondi sciorinando tutte quelle cose che fino a quel momento sono state concesse e per analogia ritieni equiparabili. Esempio banale: mi fai andare in bicicletta, perché non vuoi che abbia il motorino? Quello che il bambino non considera è la differenza sostanziale nel livello di rischio determinato dal cambio di mezzo. Ora ChatGPT sta a un motorino, come un motore di ricerca sta a una bicicletta. In una situazione del genere il genitore che si è dimostrato tollerante verso la bicicletta, lo è molto meno verso il motorino, ma il bambino non capisce.
Il nostro problema rispetto alle innovazioni tecnologiche è proprio comportarci come ragazzini: ci entusiasmiamo per le opportunità, ma non riconosciamo i rischi e i peggiori sono quelli che “pensano di sapere” e quindi hanno la certezza di avere il pieno controllo della situazione. In tutto questo altri ragazzini si aggirano in questo grande parco giochi, a partire da OpenAI che non ha minimamente considerato il contesto giuridico e adesso si chiude a riccio non sapendo cosa rispondere all’Autorità garante (o forse l’Italia è residuale e poco importa cosa fanno le sue autorità, e peraltro il blocco è facilmente aggirabile).
Poi sempre al parco si muovono altri soggetti. Il primo che mi viene in mente, e fatico a dire se lo è o se lo fa il bambino, è Elon Musk. Ha sostenuto l’iniziativa fin dall’inizio e improvvisamente, pentito, chiede la moratoria sull’intelligenza artificiale. Chissà perché non riesco a fare a meno di pensare che desideri sempre essere protagonista sui media. Poi c’è chi per certo bambino non è. Microsoft ha messo le mani su ChatGPT e da poco l’ha integrata nel suo motore di ricerca Bing. Dal poco che ho visto, mi sembra giuridicamente inattaccabile.
Adesso non è più un gioco, perché gli adulti sono arrivati ai giardinetti e i genitori hanno molte buone ragioni per essere preoccupati.
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