Il blocco di Kaliningrad attuato dalla Lituania in base alle sanzioni contro Mosca ha spinto la Russia a prepararsi anche allo scenario peggiore, come affermato pochi minuti fa dal portavoce del Cremlino Dmytry Peskov nell’ambito della sua conferenza stampa giornaliera: “Confidiamo nel buon senso per risolvere la situazione. Si spera per il meglio, ma si prendono in considerazione vari scenari, tra cui il peggiore”.
Ricordiamo che il Paese baltico ha scelto di dire stop al trasporto di merci che dalla Russia, transitando attraverso la Bielorussia, si dirige verso l’exclave di Kaliningrad. Ricordiamo che quest’ultima è una porzione di territorio russo a tutti gli effetti, ma non fa parte del corpo centrale del Paese. Al momento pare improbabile che la Russia possa sferrare un’offensiva militare ai danni della Lituania, ma non è escluso che possa decidere di interrompere le forniture di energia elettrica alla nazione e, al tempo stesso, di instaurare un ponte aereo che possa scavalcare il blocco lituano.
BLOCCO DI KALININGRAD: PERCHÉ PER LA RUSSIA È UNA CITTÀ STRATEGICA?
Il blocco di Kaliningrad per la Russia è un duro colpo per via della posizione strategica rivestita dalla città, che rappresenta un porto strategico fondamentale nel mar Baltico. Inoltre, proprio a Kaliningrad i missili presenti sarebbero in grado di colpire buona parte del Vecchio Continente senza dare modo agli statunitensi di reagire per proteggere i membri della Nato.
La mossa del blocco di Kaliningrad varato dalla Lituania risulta del tutto compatibile con la strategia che la Nato sta avviando contro la Russia. Con l’ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza Atlantica (domani la firma del protocollo d’adesione a Bruxelles, ndr), infatti, la Nato punta a controllare in via definitiva i traffici lungo la rotta del Nord, lasciando così isolate le località di San Pietroburgo e la stessa Kaliningrad, tramutando il mar Baltico in un lago atlantico e accerchiando Kaliningrad via mare e via terra.