Il Decreto Rilancio mette in crisi il mercato degli affitti in Italia. Lo sostiene Confedilizia in un tweet pubblicato oggi. «In Commissione è stata introdotta una norma che rappresenta la pietra tombale sull’affitto in Italia, con conseguenze nefaste su accesso all’abitazione e sviluppo delle attività commerciali. Chi può, intervenga». Il riferimento è al blocco generalizzato degli sfratti fino al 31 dicembre 2020, introdotto dalla Commissione bilancio della Camera nel corso dell’iter parlamentare del testo. Per i proprietari si tratta di una disposizione che impone loro, «senza alcuna forma di indennizzo, di farsi carico di situazioni di morosità e di finita locazione che nulla hanno a che fare con la pandemia e decise da tempo con sentenza». Questo perché si prevede la sospensione di tutte le procedure esecutive fino al 31 dicembre 2020, ma così «si annullano gli effetti di sentenze emesse dai giudici di tutta Italia a tutela di centinaia di migliaia di cittadini che attendevano di rientrare in possesso del proprio immobile».
BLOCCO SFRATTI IN DL RILANCIO, CONFEDILIZIA VS GOVERNO
Il blocco degli sfratti nasce dalla necessità di salvaguardare gli inquilini durante l’emergenza Covid. Il problema è che gli sfratti bloccati riguardano situazioni su cui una sentenza è arrivata ancor prima del coronavirus. Secondo Confedilizia, dunque, sono fortemente penalizzati i proprietari, «che attendevano da anni di riavere il proprio immobile, finito magari nelle mani di uno dei tanti “morosi professionali”, che fanno vite lussuose ma l’affitto non lo pagano». Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, sul sito del giornalista e conduttore tv Nicola Porro spiega che stanno arrivando decine di segnalazioni di casi come quello sopraccitato. Peraltro, non si tiene conto del fatto che lo stesso proprietario-locatore può trovarsi in difficoltà. «Può aver perso il lavoro, trovarsi in cassa integrazione, essere una partita Iva in crisi, dover sostenere un mutuo, avere in corso costosi interventi di ristrutturazione». Quindi, si tutela qualcuno a discapito di altri.
C’è poi un’altra norma all’interno del Decreto Rilancio che impone ai proprietari di immobili affittati come palestre e piscine di dimezzare il canone stabilito in contratto per i mesi che vanno da marzo a luglio 2020. Un’idea giusta e condivisibile, peccato che non si è pensato ad un risarcimento per i proprietari. «Sarebbe un come se, per consentire a chi è rimasto disoccupato di sostenersi adeguatamente, si imponesse ai supermercati di dimezzare i prezzi dei prodotti venduti. Follia», scrive Giorgio Spaziani Testa di Confedilizia sul sito di Nicola Porro.