STORIA DEI BLONDE REDHEAD: DA MILANO A NY, PASSANDO PER…

Blonde Redhead, chi sono e cosa sappiamo del complesso indie rock di origini italo-giapponesi che questa sera si esibirà in diretta su La7? Nel cast di ospiti della nuova puntata di “Propaganda Live” che ci accingiamo a vedere, infatti, il momento dedicato alla musica dal vivo e alle proposte di band estere vedrà protagonista il trio formato dai gemelli milanesi Amedeo e Simone Pace, oltre che dalla vocalist e chitarrista Kazu Makino. La storia dei Blonde Redhead, veri e propri apolidi non solo dal punto di vista delle origini ma anche musicali, merita di essere raccontata dato che alle spalle hanno già trent’anni di attività e diversi dischi, l’ultimo pubblicato proprio nel 2023 e arrivato in concomitanza con l’anniversario.



Ma qual è la storia dei Blonde Readhead e come sono diventati nel corso degli ultimi tre decenni una band di culto della scena underground americana e pure europea, tanto da essere maggiormente conosciuti dall’altra parte dell’oceano anziché in Italia? Esponenti di spicco del noise rock, tanto da essere avvicinati agli esordi nientemeno che ai Sonic Youth, oltre che del dream pop con spruzzare di elettronica, i Blonde Redhead nascono nel 1993 a New York, dove i gemelli Amedeo e Simone Pace (classe 1963 e rispettivamente chitarrista-leader e batterista del gruppo) incontrano Kazu Makino (1969, originaria di Kyoto, vocalist ma anche chitarra elettrica e tastierista). Del complesso inizialmente faceva parte anche un’altra musicista nipponica, la bassista Maki Takahashi che poi, come si suol dire, “uscì dal gruppo”.



BLONDE REDHEAD: I PARAGONI COI SONIC YOUTH E 30 ANNI DI CARRIERA

La vicenda umana e artistica dei Blonde Redhead prende le mosse dunque dalla vivace scena musicale newyorkese dei primi Anni Novanta e grazie a un incontro fortuito tra i gemelli Pace e Makino: se il nome del complesso prende ispirazione da un brano dei DNA, musicalmente le radici affondano nell’indie-rock e shoegaze che, come detto, aveva fatto scomodare per loro anche paragoni di prestigio. Poi, col tempo, ecco l’avvicinamento a sonorità più dream pop ed elettroniche, diventate il marchio di fabbrica di una band che comunque ha fatto dell’ecletticità e la contaminazione uno dei cavalli di battaglia. D’altronde le variegate origini dei suoi componenti lo confermano: se i Pace, nati a Milano, si trasferirono prima in Canada a soli 13 anni e poi nella Grande Mela (dopo aver vissuto a Boston e studiato jazz), Maki invece è originaria della prefettura di Kyoto e poi ha cominciato a studiare canto negli States, dove prima aveva incontrato la connazionale Takahashi e poi i due gemelli dando vita al quartetto.



Da allora (1993), i Blonde Redhead hanno pubblicato dieci lp in studio, tra cui l’omonimo album d’esordio l’anno dopo e “Misery is a Butterfly” del 2004 che li fa conoscere alle nostre latitudini. Di recente il complesso aveva dato alle stampe l’ultima fatica discografica, “Sit Down For Dinner”, pubblicato nel 2023 e che ‘celebrava’ i primi trent’anni di attività. Non va dimenticato che, in questo sodalizio artistico e umano, Amedeo Pace e Kazu Makino hanno pure avuto una relazione, la cui fine ha destabilizzato gli equilibri del gruppo e portando a una pausa temporanea. “Difficile incasellarli, anche solo umanamente, in una categoria. Nemmeno quella di newyorkesi, di abitanti della grande città fatta di meticciato razziale, di immigrati da ogni parte del mondo” dice di loro SentireAscoltare: “A New York ci siamo soltanto trovati, ma almeno io non è che mi senta particolarmente a casa in quella città. Mi capita di più di essere a mio completo agio in mezzo alla natura” aveva detto Amedeo al magazine musicale parlando di questa ‘geografia esistenziale’.