Il bluetooth non è una tecnologia precisa nel tracciamento dell’esposizione al contagio da Coronavirus e potrebbe di conseguenza generare falsi positivi e falsi negativi nelle app che lo utilizzano. Questo è il parere di Jaap Haartsen e Sven Mattisson che insieme, quando lavoravano per Ericsson, hanno inventato la tecnologia su cui si basa anche la piattaforma messa a punto da Apple e Google e su cui stanno lavorando, per lo sviluppo di un’app, i governi di molti paesi del mondo compresa l’Italia.



I due tecnici lanciano dunque un avvertimento sulla scarsa efficacia della tecnologia bluetooth nella lotta al Coronavirus: “Un problema è l’incertezza nel raggio di rilevamento, con la potenza del segnale grezza e non ben calibrata se ci sono ostacoli”, ha spiegato Mattisson al sito The Intercept, come riportato in Italia dall’agenzia Ansa.



Gli ostacoli possono essere alberi, case, automobili, muri o anche altre persone che assorbono e poi riflettono il segnale bluetooth, influenzando così la potenza del segnale. Di conseguenza potrebbero esserci imprecisioni nel rilevamento generando falsi positivi e falsi negativi al Coronavirus, con tutte le conseguenze del caso.

BLUETOOTH E TRACCIAMENTO CORONAVIRUS: LE INCERTEZZE

Anche Swarun Kumar, professore di ingegneria elettrica e informatica presso la Carnegie Mellon University, ha recentemente stimato che i fattori ambientali potrebbero far apparire un dispositivo bluetooth a due metri di distanza da un altro dispositivo mentre in effetti era a 20 metri di distanza, o viceversa.



“In tutto il mondo si sta lavorando su app che ci aiutino a tornare alla vita normale (come la App Immuni in Italia, ndR), il bluetooth anche con le sue imprecisioni può tenere traccia del contagio ma è solo una parte di un grande puzzle – sono le parole di Haartsen riportate dall’Ansa -. Così come è importante che un certo numero di persone attivi l’app, se viene usata a malapena, sarà inutile”.

Ricordiamo che un falso positivo verrebbe costretto inutilmente in quarantena, mentre ancora più “pericoloso” sarebbe naturalmente un falso negativo, che convinto di non essere contagioso potrebbe svolgere la sua vita normale esponendo al rischio tutte le persone con le quali entrasse in contatto. Dai test sierologici rapidi alle incertezze legate al bluetooth, sono dunque davvero numerose le incertezze legate ai sistemi di tracciamento con i quali si cerca di ritornare a una vita normale.