Per un Premio Nobel per la letteratura, aver pubblicato a 81 anni solo due libri (Tarantola pubblicato nel 1971 e l’autobiografia romanzata Chronicles del 2004) non è molto. Ma sappiamo tutti che quel premio Bob Dylan lo ha vinto per le sue canzoni, le centinaia di meravigliosi brani che hanno cambiato per sempre la storia della musica moderna. Grazie a quel premio, la canzone rock ha finito di essere considerata di serie B, come tutti pretendevano nei confronti della poesia e dei romanzi, venendo finalmente riconosciuta come forma di letteratura di primaria importanza. Ma adesso sta per uscire il terzo libro scritto da Bob Dylan. Probabilmente grazie ai due anni di pandemia in cui come tutti ha dovuto annullare i suoi concerti ha trovato il tempo per dedicarsi alla scrittura: il cantautore porterà nei negozi il prossimo 8 novembre “The philosophy of modern song” (non è prevista al momento una traduzione italiana).



Si tratta di un poderoso trattato su come nascono le canzoni, di cui Dylan ne analizza 66, “i ‘tranelli’ delle rime facili, di come l’aggiunta di una singola sillaba possa rovinare una canzone e – tra le altre cose – come il bluegrass sia correlato all’heavy metal” come ha detto lui stesso con la sua solita ironia. Grazie ai social, la lista delle canzoni prese in esame è già disponibile e non mancano le curiosità. C’è anche un brano italiano, la celeberrima Nel blu dipinto di blu, nota anche come Volare, portata al successo da Domenico Modugno nel 1958 e diventata in breve la canzone italiana più nota e amata al mondo. Scritta da Franco Migliacci e lo stesso Modugno, il brano rivoluzionò la canzone sentimentale e popolare del Novecento, grazie anche alla straordinaria interpretazione del cantante, aprendo nuovi imprevisti orizzonti. Evidentemente Bob Dylan deve amarla molto, se l’ha inserita tra brani dei Clash (London Calling), degli Eagles (Witchy woman) o dei Fleetwood Mac (Black magic woman). Come sempre, l’autore si concentra per la maggior parte su brani di antichissima composizione, legato come è alla musica folk e blues del suo paese, da “Rudy was a lady” di Stephen Foster, scritta nel 1849, seguita da “The whiffenpoof song” dei primi anni del 1900. Ma anche Elvis Presley (“Money honey”, “Blue moon” e “Viva Las Vegas”), altri divenuti noti nelle versioni di Ray Charles (“Come rain or come shine”, “I got a woman” e “You don’t know me”) e due dal repertorio di Frank Sinatra (“Strangers in the night” e “Without a song”). 



Sarà una lettura divertente, conoscendo il musicista, che non si è mai preso troppo sul serio, capace di sfatare i miti e le analisi intellettuali con un approccio diretto e senza peli sulla lingua. Una prosa unica la sua, dove il senso del mistero è sempre prominente, solubile, profondo e anche commovente. Mentre parla apparentemente di musica, Dylan fa sempre accurate meditazioni e riflessioni sulla condizione umana. In tutto il libro ci sono quasi 150 foto accuratamente selezionate e una serie di riff onirici che, presi insieme, assomigliano a un poema epico e si aggiungono alla trascendenza del lavoro, come ha detto chi lo ha letto in anteprima.



Ecco l’elenco con i titoli delle sessantasei canzoni analizzate da “The Philosophy of Modern Song”:

“Detroit City”
(Bobby Bare)

“Pump It Up”
(Elvis Costello & the Attractions)

“Without a Song”
(Frank Sinatra)

“Take Me From This Garden of Evil”
(Jimmy Wages)

“There Stands the Glass”
(Webb Pierce)

“Willy the Wandering Gypsy and Me”
(Billy Joe Shaver)

“Tutti Frutti”
(Little Richard)

“Money Honey”
(Elvis Presley)

“My Generation”
(The Who)

“Jesse James”
(Harry McClintock)

“Poor Little Fool”
(Ricky Nelson)

“Pancho and Lefty”
(Townes Van Zandt)

“The Pretender”
(Jackson Browne)

“Mack the Knife”
(Bobby Darin)

“The Whiffenpoof Song”
(Rudy Vallee)

“You Don’t Know Me”
(Ray Charles)

“Ball of Confusion”
(The Temptations)

“Poison Love”
(Johnnie & Jack)

“Beyond the Sea”
(Bobby Darin)

“On the Road Again”
(Willie Nelson)

“If You Don’t Know Me by Now”
(Harold Melvin & the Blue Notes)

“The Little White Cloud That Cried”
(Johnnie Ray)

“El Paso”
(Marty Robbins)

“Nelly Was a Lady”
(Stephen Foster)

“Cheaper to Keep Her”
(Johnnie Taylor)

“I Got a Woman”
(Ray Charles)

“CIA Man”
(The Fugs)

“On The Street Where You Live”
(From “My Fair Lady”)

“Truckin’”
(The Grateful Dead)

“Ruby, Are You Mad?”
(The Osborne Brothers)

“Old Violin”
(Johnny Paycheck)

“Volare”
(Domenico Modugno)

“London Calling”
(The Clash)

“Your Cheatin’ Heart”
(Hank Williams)

“Blue Bayou”
(Roy Orbison)

“Midnight Rider”
(The Allman Brothers Band)

“Blue Suede Shoes”
(Carl Perkins)

“My Prayer”
(The Platters)

“Dirty Life and Times”
(Warren Zevon)

“Doesn’t Hurt Anymore”
(Regina Belle)

“Key to the Highway”
(Little Walter)

“Everybody Cryin’ Mercy”
(Mose Allison)

“War”
(Edwin Starr)

“Big River”
(Johnny Cash)

“Feel So Good”
(Shirley & Lee)

“Blue Moon”
(Elvis Presley)

“Gypsies, Tramps & Thieves”
(Cher)

“Keep My Skillet Good and Greasy”
(Uncle Dave Macon)

“It’s All in the Game”
(Tommy Edwards)

“A Certain Girl”
(Ernie K-Doe)

“I’ve Always Been Crazy”
(Waylon Jennings)

“Witchy Woman”
(Eagles)

“Big Boss Man”
(Jimmy Reed)

“Long Tall Sally”
(Little Richard)

“Old and Only in the Way”
(Charlie Poole)

“Black Magic Woman”
(Peter Green)

“By the Time I Get to Phoenix”
(Glen Campbell)

“Come On-a My House”
(Rosemary Clooney)

“Don’t Take Your Guns to Town”
(Johnny Cash)

“Come Rain or Come Shine”
(Ray Charles)

“Don’t Let Me Be Misunderstood”
(Nina Simone)

“Strangers in the Night”
(Frank Sinatra)

“Viva Las Vegas”
(Elvis Presley)

“Saturday Night at the Movies”
(The Drifters)

“Waist Deep in the Big Muddy”
(Pete Seeger)

“Where or When”
(Dion and the Belmonts)