Per l’artista che ha fatto del verso di una sua canzone lo stile di vita, “don’t look back”, non guardarti alle spalle, re incidere una sua canzone per di più di 60 anni fa, è un evento. Stiamo parlando di Bob Dylan che nel giugno dello scorso anno ha inciso diverse sue vecchie canzoni insieme al produttore e vecchio chitarrista nei suoi concerti degli anni 70, T Bone Burnett. Come mai questo avvenimento? Si tratta di canzoni incise con una nuovissima e particolare tecnologia, ideata proprio da Burnett, Ionic original, che il musicista definisce con entusiasmo “il culmine del suono registrato. È di qualità archivistica. È a prova di futuro. È un pezzo unico. Non solo uno Ionic Original è l’equivalente di un dipinto, ma è un dipinto. È lacca dipinta su un disco di alluminio, con una spirale incisa dalla musica. Questo dipinto, tuttavia, ha la capacità aggiuntiva di contenere la musica, che può essere ascoltata mettendo una testina nella spirale che viene fatta girare”.



E’ da quando è stato inventato il cd, ormai quarant’anni fa, che non si assisteva a un evento del genere. C’è da domandarsi quanti avranno voglia di farsi un nuovo impianto casalingo che non si sa quanto potrà costare per avere queste esclusive registrazioni che Burnett vuole proporre anche ad altri artisti. Quello che sappiamo è che a giugno, nel corso della Exceptional Sale del 7 luglio, come evento clou della Classic Week di Londra verrà messa in vendita una di queste registrazioni. Si tratta di una nuova versione del classico Blowin’ in the wind, il brano manifesto del cantautore che ha segnato gli anni 60 e non solo, e che risale esattamente a 60 anni fa e che Dylan, come tutte le sue canzoni, non ha mai ri registrato. C’è un solo piccolo problema: verrà messo all’asta un pezzo unico, una sola registrazione, a un “modico” prezzo che partirà dalle 600mila sterline fino a un milione. Roba da nulla insomma… Prima dell’asta si svolgeranno delle esclusive esperienze di ascolto del Blowin’ in the wind Ionic original: su appuntamento a Los Angeles (8 giugno) e New York (15 giugno) e nell’ambito della mostra pubblica di pre-asta a Londra (2-7 luglio). Per noi poveri mortali dovremo accontentarci delle parole di Burnett: “Una tecnologia che fa avanzare l’arte del suono registrato e segna la prima svolta nella riproduzione analogica del suono in più di 70 anni, ottenendo miglioramenti eccellenti nell’esperienza di ascolto e nella durata”.

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