Bobby Solo ripercorre le tappe della sua carriera a Citofonare Rai 2, svelando dei curiosi retroscena. “La casa discografica non contava molto su di me, dicevo che avevo i passi di Frankenstein e il falsetto di un eunuco. Quindi, mi portarono a Sanremo, mi misero in un sottoscala dell’hotel Royal, senza bagno. La mattina dopo ci furono 300mila ordini di dischi. Mi portarono subito nella suite, quindi passai dalle stelle alle stalle”, ha dichiarato il cantautore nello studio di Paola Perego e Simona Ventura.
Stuzzicato dalle due conduttrici, ha parlato anche di errori: “Quando si fanno bisogna cercare di correggersi, ma sono parte di istinto, incoscienza e a volte anche di poca intelligenza. Io ho fatto parecchi errori. Se rinascessi, rifarei gli stessi errori, perché io vado d’istinto, non faccio ragionamenti calcolati”. Bobby Solo ha parlato anche della sua famiglia, spiegando che il padre non era affatto contento del fatto che voleva fare il cantante. “Era un pilota, ha lavorato anche in Alitalia. Mi rompeva i dischi e non voleva che usassi il suo cognome. Non voleva che si sapesse che fossi cantante, voleva un figlio medico, notaio o avvocato. Era pronto a diffidare la casa discografica”.
Bobby Solo, l’aneddoto sul nome e l’amicizia con Little Tony
Questo è il motivo per cui Bobby Solo ha dovuto scegliere un nome d’arte, non poteva chiamarsi Roberto Satti. “Fui ‘americanizzato’ e mi chiamarono Bobby. Dissero solo Bobby, ma scrissero Bobby Solo”. Il padre non è mai andato ad un suo concerto, la madre sì. Addirittura, una volta il padre lo vide in tv e neppure lo riconobbe. “Mio padre era un duro, di una famiglia poverissima, che durante la guerra fu operato di appendicite e ad un certo punto finì l’anestesia e finirono l’operazione con uno straccio in bocca”. Lui non è invece così duro con i suoi figli.
A tal proposito, ha parlato di Ryan che ha 9 anni, uno dei suoi cinque figli (ha anche otto nipoti): “Se decidesse di fare musica, io ne sarei onorato. A lui piace la musica moderna, ma ora vive di iPad, mentre prima era affascinato da Eric Clapton. Lo mando a scuola di pianoforte, la musica è una terapia. Ma nessuno ha seguito la mia strada. Ryan canta benissimo, potremmo fare qualcosa insieme, ma solo per gioco”. Riguardo il suo rapporto con le donne, Bobby Solo a Citofonare Rai 2 ha tirato in ballo Little Tony: “Io ero molto timido, il mio grande amico Little Tony era più intraprendente. Io, comunque, non le mandavo via se si avvicinavano. Era un fratello, non c’era rivalità. Lui costava più di me, quindi quando non avevano i soldi chiamavano me…”.