Bobby Solo è noto al grande pubblico per diversi successi musicali, oltre che per il costante accostamento alla figura di Elvis Presley. Uno dei suoi pezzi più iconici, Una lacrima sul viso, è però caratterizzato da alcuni aneddoti e controversie legali che ha deciso di raccontare a La Verità, in un’intervista pubblicata questa mattina. Nello specifico, l’artista ha spiegato come sia finito in una vera e propria truffa che lo ha privato di incredibili guadagni.



Prima di arrivare ai problemi, Bobby Solo ha accennato alla genesi del brano Una lacrima sul viso. “Rimasi affascinato dalla progressione degli accordi della canzone The chapel in the moonlight, del ’54, di Dean Martin“. L’incontro con Mogol è stato poi decisivo per la stesura del testo, a suo dire elaborato alla guida in appena 20 minuti. Nonostante l’emozione della prima volta a Sanremo, Bobby Solo racconta il grande successo che il pezzo riuscì ad ottenere in pochissimo tempo, raggiungendo oltre 300mila ordini per il 45 giri.



Bobby Solo e le controversie legali: “la casa discografica mi obbligò a stracciare il bollettino Siae”

Bobby Solo a La Verità è entrato nel merito della truffa subita per il suo più grande successo, Una lacrima sul viso. L’artista ha spiegato come, dopo l’incredibile successo ottenuto al Festival di Sanremo, la sua casa discografica di allora decise di cambiare gli accordi. “Su un miliardo mi ha dato 4 milioni e mezzo“, spiega l’artista, riferendosi all’allora direttore artistico. Continuando nel racconto, spiega di come i suoi introiti siano rimasti immutati finché la persona in questione non cadde in disgrazie di tipo economico e legale.



Bobby Solo ha raccontato di riuscire oggi a guadagnare grazie all’iconico brano circa 2mila euro ogni sei mesi, decisamente lontano dai guadagni che avrebbe potuto percepire ai tempi. La situazione, spiega il cantante, si è sbloccata quando il direttore artistico artefice della truffa, ormai emigrato in Brasile, accettò di liberare i diritti d’autore. Bobby Solo ha inoltre accennato ad un presunto crimine legato alla questione: “Mio zio fu investito da un pregiudicato di Vizzo”. L’artista ha spiegato che l’uomo, ai tempi avvocato, camminava con una valigetta contenente le prove della truffa. In seguito all’incidente però, l’intero oggetto con il contenuto non sono mai più stati ritrovati.