Bobby Solo, il successo mondiale di Una lacrima sul viso
Bobby Solo è uno dei cantanti di maggior successo della musica italiana. 70 anni di carriera (e non sentirli) per la voce di “Una lacrima sul viso”, uno dei brani più amati del suo vastissimo repertorio. Intervistato da leggo.it, il cantante ha parlato proprio della sua lunga e straordinaria carriera precisando: “ho sempre fatto solo quello che sentivo, nel bene e nel male. Ho iniziato con i miei primi tre 45 giri nel 1963, a 19 anni. Ma nessuno lo sapeva, me li compravo da Discoland, a Milano. E la mia zia Edvige me li prendeva a Trieste”. Tutto è iniziato tramite una sorta di “talent alla X Factor” come ha raccontato l’artista: “a settembre ci fu a Milano un X Factor preistorico: Ribalta per Sanremo. C’erano Remo Germani, Ricky Gianco, Gino Santercole. Io ero piccoletto, cantai Ora che sei già una donna. Quando Gianni Ravera, l’organizzatore di Sanremo, ascoltò la mia voce, mi abbracciò e mi disse: “Ti porto al Festival”.
Il suo primo grande successo è stato “Una lacrima sul viso”, il disco che ha venduto di più negli anni ’60, due milioni e mezzo di copie in Italia e 12 milioni nel mondo. Una canzone che ha scritto proprio Bobby e che inizialmente non piaceva alla casa discografica: “scrissi un testo molto casareccio. Tramite il padre, incontrai Mogol, con cui ormai siamo fratelli. E così nacque la canzone. Ma la Ricordi non credeva in me”.
Bobby Solo: la consacrazione a Sanremo e il mito di Elvis
Nonostante l’iniziale no della casa discografica Ricordi, Bobby Solo a Sanremo ci è andato lo stesso con “Una lacrima sul viso” riscontrando un grandissimo successo. “Fu un trionfo. Ma solo dopo la prima serata. All’inizio in albergo mi avevano messo in un sottoscala, in una camera senza bagno. Ma dopo la mia esibizione alla Ricordi erano arrivati 300mila ordini del 45 giri. Così mi portarono alla nuova stanza: una suite all’ultimo piano” – ha raccontato l’artista. Tra i suoi idoli e punti di riferimento c’è sempre stato Elvis Presley: “è stato il mio punto di riferimento. Lui a 8 anni nel Mississippi viveva a Old Saltillo Road, un quartiere poverissimo, dove lui e i genitori erano gli unici bianchi. È cresciuto con la musica dei neri e poi ha creato il suo stile unico. Era umile, comunicativo, aveva un viso come il David di Michelangelo, ma soprattutto una grande voce: avrebbe potuto cantare anche l’elenco telefonico di Memphis”.
Infine parlando del suo nome d’arte ha rivelato che è nato da un errore: “papà, Bruno Satti, era un ex-pilota militare, un duro, a volte mi picchiava, e aveva ragione perché facevo cose brutte. Lui voleva che diventassi medico o avvocato – mia madre mi voleva parroco, perché diceva che così le donne non mi avrebbero fatto soffrire. Lui diffidò la Ricordi dall’usare il cognome. E così Micocci disse alla segretaria, Stelvia Ciani, di chiamarmi Bobby, solo Bobby. E lei scrisse Bobby Solo. Ma alla fine ha funzionato, l’ho sentito cantare persino nel ritornello di una band punk olandese”.