Dopo aver chiesto chiarezza alla scienza, il ministro Francesco Boccia pone l’attenzione sui test sierologici. Intervenuto ai microfoni di Coffee Break, il titolare degli Affari regionali e delle Autonomie ha acceso i riflettori sugli esami che consentono di individuare la presenza di anticorpi al coronavirus nel sangue, già al via in alcune Regioni come Lombardia e Veneto. «Gli scienziati stanno facendo un lavoro straordinario, ma ci sono dei momenti in cui su alcune cose o si dice sì o si dice no», ha ribadito il ministro in quota Partito Democratico, che ha poi tenuto a precisare che «dietro i test sierologici c’è un business enorme». Boccia ha poi aggiunto: «Il ministro Speranza ha fatto una cosa molto seria e rigorosa, una circolare per la quale i test sierologici si fanno a fini di ricerca epidemiologica: se è così, se finiscono sul mercato e la gente è convinta di sapere se è negativa o positiva, sta accadendo o potrebbe accadere una cosa grave».



FRANCESCO BOCCIA: “BUSINESS SU TEST SIEROLOGICI”

Francesco Boccia ha poi nuovamente chiamato in causa le Regioni: «Se ci sono 5-6-7-8 Regioni che fanno test rapidi, per i quali però la scienza non ha detto che si ha la certezza al 100% di essere positivi o negativi, si stanno facendo delle cose che potrebbero comportare il caos quando la gente uscirà di casa». E dunque l’appello alla scienza: «Prima di decidere se un test rapido va sul mercato o un presidente di Regione lo mette in circolazione, io non posso che appellarmi alla comunità scientifica. Non ho chiesto certezze inconfutabili, ma il nodo vero è che in questa fase non dobbiamo essere ipocriti perché l’ipocrisia la paghiamo sul tempo: se i test rapidi non sono attendibili, dobbiamo dirlo. Se si fanno solo per la ricerca, dobbiamo dire che si fanno solo per la ricerca: a quel punto però non finiscono sul mercato».

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