Chi è contrario alla proposta di Enrico Letta è un egoista. Lo dice Francesco Boccia, ex ministro per gli Affari regionali. «Chi dice che un milionario non può contribuire alla dote di un 18enne, a maggior ragione di un giovane che vive in periferia, è semplicemente egoista», ha dichiarato il Partito democratico in un’intervista per Radio Radicale. Alla luce di ciò, non ha apprezzato la bocciatura arrivata dal premier Mario Draghi: «Ha fatto delle dichiarazioni che io non condivido». E poi ha lanciato una provocazione al presidente del Consiglio: «Se il presidente Draghi è lo stesso che poco tempo fa esaltava il modello fiscale danese, che tassa le ricchezze, o che lo scorso anno parlava di debito buono e di debito cattivo, questo è il momento di dimostrarlo».
Il dibattito verte sulla proposta di Enrico Letta, cioè di una tassa di successione per i patrimoni superiori al milione di euro. Non manca una frecciatina al collega di partito Andrea Marcucci: «Ho letto le affermazioni dell’ex capogruppo Pd al Senato. Non c’è bisogno di scomodare Seneca o lo stesso Papa Francesco quando ci ricordano che è grande chi sa essere povero nella ricchezza. Evidentemente, non è il caso di Marcucci».
BOCCIA VS MARCUCCI “NON SI PONE PROBLEMA GIOVANI”
«Non si sarà posto il problema dei ragazzi che vivono in periferia, perché è più fortunato di loro». Tagliente la frecciatina di Francesco Boccia contro Andrea Marcucci, a cui ha voluto ricordare che il Partito democratico è a sinistra. «E un partito di sinistra si occupa degli ultimi. Noi abbiamo questa funzione e continueremo testardamente a esercitarla». Il fatto che lui e il presidente di Italia Viva siano d’accordo con Matteo Salvini secondo l’ex ministro «dà lo spaccato della condizione in cui ci troviamo e in cui ci siamo trovati». Ma questo è per Boccia lo spartiacque: «Chi sta di qua, cioè a sinistra, ha una certa visione della società e dei modelli redistributivi; chi sta di là ha la visione di una destra liberista secondo cui l’1% della popolazione non debba dare un contributo ai 18enni». I dem devono dunque stare dalla parte dei più deboli. «Noi siamo il partito di chi non ha, non il partito di chi vuole difendere le rendite di posizione». Dare un contributo alle nuove generazioni, inoltre, non è una questione politica, ma un dovere civico per Boccia.
BOCCIA “CHI HA TUTTO PARLA PER SENTITO DIRE”
«Se non ci poniamo noi questi temi, chi deve porseli?», ha proseguito Francesco Boccia a Radio Radicale. Quindi, ha lanciato un appello alla classe politica, partendo dal presidente del Consiglio Mario Draghi. «Chi ha tutto può parlare per sentito dire. Una parte della politica è così miope da non considerare non prioritari temi come l’emergenza giovani, le diseguaglianze, la necessità di garantire sicurezze, la cittadinanza italiana a tanti ragazzi che vanno a scuola coi nostri figli». Invece per lui è prioritario e la ritiene una «grande battaglia di civiltà» da condurre «alla luce del sole in Parlamento», poi ci saranno per Boccia «i momenti della verità», cioè le elezioni, a partire dalle amministrative. «Gli italiani, a quel punto, si saranno fatti una idea di quello che è accaduto in Italia».