Il messaggio alle Regioni e la richiesta al mondo della scienza: il ministro Francesco Boccia a tutto tondo nella lunga intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera. Il titolare degli Affari regionali e delle Autonomie ha ribadito che «senza salute non c’è economia» e per questo motivo non è ancora tempo di uscire: siamo ancora dentro l’emergenza coronavirus, ha evidenziato Boccia e non è possibile vanificare i risultati fin qui raggiunti. «Parlare di normalità vuol dire illudere la gente», ha sentenziato il ministro in quota Partito Democratico, che ha poi commentato così come cambierà il mondo del lavoro: «Si baserà sui risultati prodotti e non sulle ore di lavoro. La dimensione economica verrà stravolta dal superamento dei vincoli burocratici, da semplificazioni senza precedenti e dalla riduzione delle imposte».



BOCCIA: “CHI VUOLE RIAPRIRE NE SARA’ RESPONSABILE”

«Mettere ordine con 21 sistemi regionali diversi è un obiettivo ambizioso. Quello che puoi ottenere, è che la nave Italia segua la stessa rotta», ha aggiunto Francesco Boccia ai microfoni del Corriere della Sera, evidenziando poco dopo che «i presidenti che vogliono riaprire se ne assumono la responsabilità, come ho detto a Fugatti che guida la Provincia di Trento e vuole sbloccare alcuni cantieri». Un messaggio diretto anche a Luca Zaia, governatore del Veneto, che «avrà fatto le sue valutazioni sulla base dei contagi, ma io penso che se qualche presidente di Regione apre i cantieri senza aspettare le classificazioni di rischio dell`Inali si assume la responsabilità delle forzature».



Infine, la richiesta al mondo scientifico: «Chiedo alla comunità scientifica, senza polemica, di darci certezze inconfutabili e non tre o quattro opzioni per ogni tema. Chi ha già avuto il virus, lo può riprendere? Non c`è risposta. Lo stesso vale per i test sierologici. Pretendiamo chiarezza, altrimenti non c`è scienza. Noi politici ci prendiamo la responsabilità di decidere, ma gli scienziati devono metterci in condizione di farlo. Non possiamo stare fermi finché non arriva il vaccino».

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