Il Governo ha rifiutato la proposta di un emendamento del MoVimento 5 Stelle riguardo il Decreto Liquidità, a prima firma Davide Aiello. Il tema è quello dell’acquisizione della certificazione antimafia: la proposta del M5S prevedeva infatti che l’acquisizione di tale comunicazione fosse un prerequisito necessario all’erogazione del finanziamento, da parte degli istituti di credito. Era già stato Nicola Morra, lo scorso 30 aprile, a lanciare questa idea: il Senatore M5S, già presidente del gruppo parlamentare del suo partito nel 2013 (per pochi mesi), aveva scritto sul proprio profilo Facebook di come fosse necessario passare al vaglio le imprese che avrebbero chiesto i finanziamenti previsti nel Decreto Liquidità, per aiutare le aziende a superare la pandemia da Coronavirus.
GOVERNO, NO A EMENDAMENTO M5S SU CERTIFICAZIONE ANTIMAFIA
“Le imprese possono chiedere fino a 25 mila euro di prestiti alle banche, con garanzia dallo Stato e burocrazia ridotta a zero” diceva Morra – sul tema della burocrazia si è espressa di recente anche la presidente del Senato Elisabetta Casellati. Il senatore continuava poi affermando che “bisogna assicurarsi che a prendere questi soldi, sottraendone la possibilità agli altri, non siano i mafiosi ma solo le aziende che ne hanno realmente bisogno. L’assoluta maggioranza”. Da qui l’emendamento a firma di Davide Aiello, dal marzo 2018 deputato nella circoscrizione Sicilia e membro della commissione Lavoro e della Commissione Bicamerale Antimafia; il governo ha valutato la proposta nel corso della seduta delle Commissioni riunite Finanze e Attività produttive di Montecitorio, e ha dato parere negativo: bisognerà dunque valutare se ci saranno ulteriori sviluppi.